2010-05-04

Le Personali in collettiva 2010


GALLERIA D’ARTE “MENTANA” DI FIRENZE 
Arte Moderna e Contemporanea
Piazza Mentana, 2 - 3 - 4r.
50122 – Firenze
Info:  Tel. galleria +39 055 211985 
   
Cell. personale: +39 335 1207156
E.mail: galleriamentana@galleriamentana.it
 www.galleriamentana.it
Presenta:
Le Personali in collettiva 2010
Inaugurazione: Sabato 8 Maggio 2010 ore 18.00
Data chiusura: 2 Giugno 2010

Abstract: Questa mostra è un incontro di artisti, anche stranieri, che, con diversi orientamenti espressivi, descrivono il loro mondo interiore. Nelle loro opere i colori e le forme diventano palesamento di racconti: espressione di culture e di modi di vivere l’arte.
Catalogo in galleria
Curatore: Giovanna Laura Adreani
ARTISTI:
Marialuisa Sabato, HeSì’en, Roswitha Schablauer, Liliana Rossini, Angele Audibert – Beltramo.

Orari: 11 - 13, 16.30 - 19.30
Chiuso Lunedì mattina e Domenica 


Marialuisa Sabato, con pennellate efficaci e colori insoliti, racconta la natura, diventata un pretesto, per parlare di se stessa. Le sue opere sono impressioni suggerite e mediate dalla sua sensibilità pittorica. Descrivono, con tinte forti e chiaroscuri, l’ordine della vita sulla terra e ne mostrano armonie e dissonanze. I colori, dati di getto, sono un’esplosione emotiva di vitalità che si coniuga con la mestizia ed il dolore. Improvvise cromie d’azzurri e di bianchi virano verso i viola, colori dello spirito, ispirando un'inquietudine sospesa, anche i rossi, portatori d’energia gioiosa, non riescono a far emergere il loro messaggio ma si perdono in oscuri d’angoscia. Le ombre dialogano con le sfumature e con l’artista alla ricerca dello spirito, descrivendo sensazioni di malinconica tristezza e di gioia solo apparente.

Le opere di He Sì’en trovano ispirazione nella cultura cinese e nella sua simbologia grafica e rappresentativa. Gli animali raffigurano il fato e l’uomo con le sue passioni. He Sì’en li racconta in modo personale e inserendo piccoli segni di caratteri alfabetici. Con i colori, crea climi che fanno pensare all’ineluttabilità dell’essere e alla giustificazione spirituale dell’esistere. Vi si riconosce un aspetto ludico con farfalline, pesciolini e animazioni colorate. I colori vengono dati con campiture tecniche differenti. L’animale, che conserva solo idealmente l’attinenza con il reale, emerge con cromie nebbiose ma in modo preciso ed uniforme mentre colature ampie, istintive e leggere pennellate di bianco, gli fanno da contrasto. In queste opere c’è un amore dell’artista per le sue radici, raccontato con poesia da simboli riconosciuti.

Nelle opere di Roswitha Schablauer si coglie la spiritualità naturalistica. L’artista riesce a conservarne l’essenza anche quando esegue opere che si avviano all’astrazione. Le colate di giallo e d’arancione, che incontrano fiammeggianti rossi, si aprono, in prospettiva, a scorci di paesaggi che evidenziano i brumosi cieli dell’interiorità. L’armonia compositiva viene scossa dal gesto pittorico istintivo dove il colore è diventato il protagonista dell’espressione dell’animo. Negli acquerelli il concento coloristico, dei paesaggi e delle nature morte, appare più attinente al reale e in un gioco di velature racconta il genius delle cose. Colori più pastosi e inserimenti di tessuti originano un gioco di luci ed ombre dove segni significativi danno luogo a ritmi continui che oscillano tra una calma apparente e un dinamico movimento di segni e sfumature.

Nella pittura di Liliana Rossini c’è l’inseguimento della luce rubata all’ambiente, fissata con coerenza sulle tele, con sicure spatolate d’abbondante colore. I momenti della vita prendono forma nei paesaggi, negli animali, nelle nature morte: soggetti preferiti dall’artista che li dipinge con espressività ricca di suggestioni. Nelle sue opere emerge una profonda analisi dell’ambiente con risultati efficaci sotto il profilo della comunicazione. L’armonia del ritmo dei tocchi di colore, ben calibrato, da significato all’intera opera dell’artista che nella rappresentazione della natura coglie i continui cambiamenti del paesaggio. L’allegoria dell’animo umano è in un cielo d’ombre minacciose che contrasta con i cavalli ripresi al pascolo, che sembrano non rendersi conto dell’incombenza di un temporale: tempesta dell’esistere.

L’artista Angele Audibert – Beltramo gioca con la materia ricercandone il genius, spirito della pietra, che la guiderà magicamente alla forma. Il grezzo e il levigato diventano l’incontro fra ambiente e idea dell’artista: un racconto intimo che rivela la bellezza nascosta del marmo e la creatività di Angele Audibert – Beltramo, che sa trovare nelle tracce del tempo, linee guida presenti nel frammento di roccia, l’aspetto terreno delle cose. Il suo intervento origina sculture dove nelle parti levigate prende forma l’emozionalità dell’uomo. Interessanti sono le sue maschere che narrano d’antiche culture: diventando sensibili racconti di segni che si rincorrono alla ricerca dei sentimenti. L’amore è un dono rappresentato nelle linee curve che legano due cormorani che descrivono la dolcezza, la serenità e la fiducia: vita che continua.
Cagliari 13 aprile 2010 Federica Murgia

2009-12-12

luigi de giovanni a firenze



GALLERIA D’ARTE MENTANA
FIRENZE
Piazza Mentana, 2/3r
Telefono e Fax 055.211985
cell. +39 335.1207156
www.galleriamentana.it
galleriamentana@galleriamentana.it
 
VALORI DI CONTINUITÀ  2009-2010
Inaugurazione: sabato 12 dicembre 2009  -  dalle ore 18.00
La mostra terminerà  il 10 Gennaio 2010
Come di consuetudine anche quest’anno, in occasione del  Natale, la Galleria Mentana presenta una selezione di opere di artisti accuratamente selezionati negli anni.
A dare maggiore rilievo all’evento ci sarà la TV Toscana ed il  Professor Pier Francesco Listri che ne illustrerà i contenuti.
L’attività della galleria d’arte Mentana di Firenze, diretta da Giovanna Laura Adreani, è nota ed apprezzata. Da oltre 35 anni promuove artisti che con il tempo si sono affermati, nel panorama non solo italiano.
La mostra “Valori di continuità” è il discorso fra galleria, città di Firenze e gli artisti:
Francesca Coli,  Marialuisa Sabato,  Rosario Bellante,  Clara Polvani,  Anna Luisa Roma, Bianca Vivarelli,  Angelè Audibert – Beltramo,  Marco Garofalo,  Luigi De Giovanni, Vittoria Marziari,  Susan Kerr,  Patrizia Voltolini, Johanna Oras, Walter Buscarini, Sergio Benvenuti, Vittorio Tessaro, Annie Gheri.
Questi nell’evento ritrovano, idealmente, le ragioni delle  loro ricerche.
Valori di continuità è una mostra che annuncia già nel titolo il significato.  Coinvolge artisti che, pur nella diversità stilistica e concettuale, perseguono la stessa finalità sotto il profilo dell’arte e che, benché facciano delle ricerche personali, si ritrovano nella tradizione dell’uso delle tecniche e degli strumenti specifici della pittura, della scultura e della fotografia. Nelle loro opere c’è la significazione del loro pensiero e del loro animo. C’è ricerca dell’attimo, del vero o del verosimigliante; c’è il sentimento che si palesa mettendo a nudo l’IO. 
Dipinti, sculture e fotografie danno un messaggio immediato che si  lascia leggere senza bisogno di un mediatore. In loro parlano la simbologia dei colori, le luci del tempo, i segni  che svelano la dolcezza o la ruvidezza dell’animo, i soggetti diventati pretesti per significare la spiritualità del percepire.
Per queste opere non c’è bisogno  d’intellettualismi che le giustifichino perché, come nelle trame di un libro le parole raccontano, qui  le pennellate,  i colpi di scalpello, gli scatti fotografici sono frammenti di narrazione d’arte visiva: racconti intimi.
La mostra  “VALORI DI CONTINUITÀ 2009-2010”  è il riconoscimento al valore del fare la ricerca  artistica ricordando  la tradizione, del ritrovarsi  in una galleria, per confrontarsi e crescere. E’ il riconoscere l’importanza dell’Artista che opera in prima persona: un ritorno ai valori di civiltà che rischiano d’essere persi nella spersonalizzazione del virtuale.
L’evento avrà un prosieguo con alcune opere, degli artisti  presenti in questa mostra,  che verranno presentate al Palagio di Parte Guelfa dal 23 dicembre 2009.
 
Federica Murgia
 

2009-10-18

CONTEMPOR-ART


GALLERIA D’ARTE MENTANA
FIRENZE
Piazza Mentana, 2/3r
Telefono e Fax 055.211985
cell. +39 335.1207156
www.galleriamentana.it
galleriamentana@galleriamentana.it


CONTEMPOR-ART 2009
Rassegna d’arte contemporanea di pittura, scultura, fotografia, video-installazione e performance.
Inaugurazione: Sabato 31 ottobre ore18.00
Dal 31 Ottobre al 18 Novembre 2009
La galleria Mentana si apre agli ultimi fermenti dell’arte con una mostra che cerca di captarli. E’ un primo appuntamento che la Direttrice artistica della galleria, Giovanna Laura Adreani, rivolge al pubblico: abituato a mostre, in qualche modo, legate alla tradizione.
E’ arte fatta, per lo più, senza i classici strumenti per la pittura e la scultura, ma che ricerca una partecipazione profonda dei fruitori.
Scatti fotografici, video, tecniche miste, assemblaggi di materiali di scarto o rifiuto, installazioni e performance, sono attori di questo evento in un dialogo e una frammistione fra arti visive, scrittura, poesia e musica: uno squarcio d’avanguardia dei nostri tempi.
I protagonisti di questa rassegna sono:
LUIGI DE GIOVANNI, JANAX, TAUROS, CATERINA PERRONE , GABRIELA NATERA, LUCA DI FEDE, PAOLA VAN DER HULST, PAULINA SLEBODZINSKA,MARCO GAROFALO. 
Artisti che fanno un percorso che avrà una prosecuzione, con proposte di contemporaneo nel futuro della galleria. Saranno appuntamenti biennali, che presentando la ricerca nell’arte, porteranno ad un approccio alle nuove tecniche e alle nuove espressioni. Saranno eventi mirati alla scoperta di talenti che operano nel contemporaneo con nuove idee e nuovi discorsi.
Questa mostra è una scossa sia sotto il profilo formale, per l’uso dei materiali e degli strumenti, che per la poetica dei sentimenti che hanno originato le opere. Le motivazioni e i contenuti di queste sono una riflessione sulla contemporaneità e le tendenze del pensiero artistico d’oggi: arte che prende spunto, anche, dall’effimero, spesso, diventando, essa stessa, effimero.
In questo evento ritroviamo opere, generate da un progetto e immediatamente consumate, anche rifacendole diventerebbero diverse. Di esse rimane traccia nei documenti filmici o fotografici a testimonianza di qualcosa che è finito e non più esistente.
Alcune opere descrivono conflitti sociali che sono ben collocabili nel tempo e nello spazio che le ha ispirate, altre hanno una carica molto simbolica. Possiamo distinguere i tortuosi labirinti dell’animo in opere che denunciano il disagio del vivere, i tormenti dell’incomunicabilità, in una società che va troppo di fretta.
Scudisciate di luce, colori aggressivi e foto che scandagliano la profondità degli animi e delle cose, parlano dell’uomo che troppo preso dal suo Io dimentica gli altri e la natura.
“CONTEMPOR-ART“ è uno specchio della società che rincorre il tempo e consuma non solo le cose ma anche le idee. Federica Murgia

2009-09-14

mostra di luigi de giovanni a bologna e lecce



STUDIO LEGALE IURA
Via Rodolfo Audinot, 31
40134 Bologna
Tel. 051.58.77.035 (4 linee r..a.)
Fax 051.58.77.038
E-mail: info@studioiura.it
Inaugurazione: 18 settembre alle ore 17,00
Ingresso solo con invito
Dal 18 settembre al 2 ottobre 2009

IL RAGGIO VERDE - EDITORIA E COMUNCAZIONE
Via Veneto, 13 –
73100 Lecce Tel. 0832/347892
mail: info@ilraggioverdesrl.it
Inaugurazione: 18 settembre alle ore 18,30
Ingresso solo con invito
Dal 18 settembre al 2 ottobre 2009

Luigi De Giovanni in contemporanea, con mostre personali in uno studio legale ed in una casa editrice: due spazi non deputati all’arte, che si aprono ad essa. Esperienze in luoghi di questo tipo non sono nuove. Da tempo si fanno mostre in alberghi, negozi, studi d’architettura, circoli, chiostri, antichi palazzi, nonché cave per esporre scultura, edifici minerari eccetera: forse meno formali ma egualmente intriganti, efficaci e funzionali alla conoscenza e alla diffusione dell’arte. E’ come che si volesse dare all’arte una veste di quotidianità, di qualcosa che vive con l’uomo e in tutti i luoghi dell’uomo: tracce di sentimenti.
A Bologna è lo studio legale internazionale “IURA”, non nuovo a queste iniziative, che diventa galleria; a Lecce “IL RAGGIO VERDE - EDITORIA E COMUNICAZIONE”, casa editrice che, d’arte si occupa editando libri e cataloghi, che ne assume le vesti.
L’estro di De Giovanni è nelle cose della natura, è nelle angosce che attanagliano l’animo umano. Le opere dell’artista sono d’ispirazione impressionista, dal tratto fortemente espressionista, per giungere all’informale, nelle tecniche miste e nei jeans. Il suo è il mondo della luce che vibra nel colore che da forma. E’ la spiritualità, è il pathos che si palesa nelle opere: suggestioni ed emozioni d’attimi che vengono fermate nel dipinto. E’ come se avvertisse il genius loci e con esso interloquisse comunicandolo nell’espressività delle pennellate e del colore.
L’artista, preso dalla furia creativa, con i colori e i pennelli, aggredisce la tela bianca ricercando una pacificazione che non trova. La sua è una catarsi gestuale e intellettiva che dura il tempo della creazione dell’opera: un’esigenza interiore di ricerca continua.
Il suo spirito inquieto trova significato nella pittura e con la pittura.
Allo studio Iura presenta opere che hanno come soggetti fiori, paesaggi del Salento e un jeans: una panoramica del suo mondo creativo.
I fiori non sono soggetti banali e vengono dipinti dall’artista in tutti i loro stadi. Essi sono la vita interpretata nei suoi tempi e nelle sue funzioni: sono boccioli dell’infanzia, sono la gioia delle promesse della giovinezza, sono la mestizia dell’età adulta, sono il freddo inverno della vecchiezza.
Le sue opere parlano di fiori di campo che mostrano tutta la loro spontaneità e libertà del vivere: l’artista non ama gli artificiosi, perfetti fiori in raffinate composizioni da fioraio. L’artista, nei soggetti che lo ispirano, ricerca il suo animo. Nella casa Editrice il Il Raggio Verde è in scena il salento. Dipingere il paesaggio è per l’artista calarsi nell’intimo del luogo, viverne la spiritualità.
Nelle sue opere si avverte la religiosità e la malinconia per un esistere breve: un soffio sottile, che è nel suo rapporto con la natura, ammanta i colori investiti dalla malinconia del suo animo.
Il salento da una scossa al suo spirito e le linee crude del paesaggio, gli attorcigliamenti degli antichi ulivi, i rossi della terra, si palesano in una drammaticità dolorosa che prelude all’urlo dei jeans. Jeans lavoro, jeans protesta: ribellione passionale contro le ingiustizie, di un ex sessantottino che continua a soffrire e a denunciare con pennellate taglienti e colori urlanti.
Federica Murgia.

Studio Legale IURA
Via Rodolfo Audinot, 31
40134 Bologna
Il raggio Verde - Editoria e Comuncazione - Via Veneto, 13 –
73100 Lecce Tel. 0832/347892
mail: info@ilraggioverdesrl.it

Luigi De Giovanni
http://www.degiovanniluigi.com/

via Piccioni n° 21 Cagliari
via Garibaldi n° 1 Specchia (Le)

Telefono / fax: .
070.664489

arts@degiovanniluigi.com

2009-03-01

fiori






GALLERIA D’ARTE MENTANA

FIRENZE
Piazza Mentana, 2/3r
Telefono e Fax 055.211985
HYPERLINK "http://www.galleriamentana.it" www.galleriamentana.it
HYPERLINK "mailto:galleriamentana@galleriamentana.it" galleriamentana@galleriamentana.it
Titolo dell’evento: FIORE
Vernissage: 8 marzo 2009 ore 18.30 
La mostra si protrarrà fino al 28 marzo 2009
Abstract
Attraverso il fiore, preso come simbolo, un percorso di riflessione sulla condizione della donna e un elogio  alla sua creatività: pittura, scultura, fotografia, poesia e prosa, performance teatrali e musicali.
Ingresso: libero
Catalogo in galleria
ARTISTE:
FAIKA AL HASAN, SUSY BELLAMI, BERNAKI, LUCIANA BIAGINI DEL BIANCO, FRANCESCA COLI, MIRIAM DE BERARDIS; SUSANNA DEIANA, MARIA ROSARIA GARBATO, ANNIE' GHERI, MARGARET KARAPETIAN, VITTORIA MARZIARI, MARIA MICOZZI, CRISTINA MISITI, ADRIANA MUSCETRA, EMANUELA PABA, AGNESE PICCI, CLARA POLVANI, ANGELA MARIA SANNA, GIANNA STOMEO, BIANCA VIVARELLI, PATRIZIA VOLTOLINI.
PROGRAMMA:
Inaugurazione:  8 marzo 2009, ore 18,30 
Presentazione mostra  a cura del prof. Pierfrancesco Listri.
Seguiranno: 
Lettura di Maria Cencetti sul tema 8 Marzo.
Spettacolo teatrale condotto dall'Artista Bianca Vivarelli e dalla sua compagnia.
Omaggio, alle donne presenti, di prodotti del Centro Bellezza Benessere New Estetica.
Ore 20,30 cena con buffet , spumante musica e dolci.
FIORE
Il fiore, raccontato nelle sfumature dei suoi significati, diventa la linea guida di quest’evento artistico.
Sono le donne che parlano servendosi della pittura, della scultura, della grafica, della fotografia, della poesia e della prosa, e di performance teatrali e musicali. Un concento, d’espressioni artistiche, che vuole mettere in mostra il talento e l’animo del gentil sesso.
Non più in piazza a protestare, con gonne a fiori e zoccoli di legno, per ottenere ed affermare i propri diritti, le donne artiste, questa volta, per esprimere il loro pensiero, hanno preso pennelli, colori e gli strumenti dell’arte. Con loro hanno scritto l’amore, la rabbia, la pazienza, la gioia di vivere e di contare.
Il fiore, titolo della mostra, è diventato fiore di vita, fiore d’allegria, fiore d’amore, fiore di rabbia, fiore di pace e di guerra.
Le artiste invitate hanno prodotto delle opere che potessero dare una chiara idea della loro concezione dell’essere donna e, anche, di festa della donna.
Le loro creazioni non sono vessilli di passate lotte femministe ma narrazione di sentimenti del vivere. Rassicurano dicendo di non tremare perché non sono tornate le streghe ma ci sono le donne più consapevoli e più giuste con loro stesse.

Ciascuna ha interpretato il tema con la propria specificità stilistica, infatti, non ci sono state delle rigide consegne. Hanno descritto il mondo al femminile e i ricordi atavici della sofferenza e della sopportazione: poesia e dramma del raccontare la vita.
Il tema assegnato le ha stimolate, per questo sono stati presi in considerazione detti e aforismi. Si dice che le donne non si toccano neanche con un fiore…. “Fiore”…?
Quante volte le donne si sono viste regalare un fiore che aveva ancora profumo di bruciante frusta!
E’ stata considerata la ragazza, fiore di sogni, anche se, spesso, per lei la fioritura dura un breve periodo: troppo presto arriva il dovere che la rinchiude in una routine.
Il Tim della galleria Mentana ha voluto proporre una storia, a molte voci, che contemplasse le sfumature del mondo della maggior parte dell’umanità che solo apparentemente è debole.
Le artiste non si sono risparmiate nelle idee e nei racconti.
C’è l’evento, meraviglioso, del parto e l’urlo atroce di dolore della puerpera, gli amori, la pazienza, la dolcezza, la violenza e la follia, spesso unico rifugio dalle angherie. Questi sentimenti sono diventati “momento creativo” d’impareggiabile espressività ed efficacia.
L’analisi, anche indiretta, non ha tralasciato la letteratura riguardante le donne e così che c’imbattiamo in “madonne” come Laura e Beatrice, in amanti vere o presunte, Giulietta e Francesca, Ginevra e Desdemona che di fiore avevano solo il fatto che si potevano guardare per essere, poi, trapiantate in altre case e recise. Donne, spesso, fiori che si avviano alla morte: piegate, violentate e private dei loro sogni dei loro sentimenti, della loro volontà e dignità. Le artiste hanno pensato alla Donna, quale Giovanna d’Arco, imprigionata in convenzioni, purtroppo, convenienti solo per i maschi.
Riflettendo ci rendiamo conto che, come dalla notte dei tempi, dietro un bellissimo poema c’è spesso una tempesta, se non una mortale trappola. L’imbroglio, riferito alla donna, si avverte subito nei modi di dire, angelo del focolare, madre esemplare dedita alla famiglia: quanti altri detti o aforismi, che la donna potrebbe non condividere, la citano!
In una sorta di rivalsa, il titolo della manifestazione artistica, ci riporta agli insetti impollinatori, che, attratti dai colori vivaci, si affannano intorno ai fiori più appariscenti. Sono usati per la conservazione della vita floreale ma riportano al mondo dei maschi, sempre alla ricerca dei “fiori” più belli da sciupare in un attimo.
Ecco la donna mamma che in un baleno tramuta il dolore e le fatiche del parto in infinito ed incondizionato amore per l’indifeso neonato, suo figlio, ancora intriso del liquido che l’ha tenuto in vita per nove mesi.
Nella galleria si percepiscono i lamenti delle donne che vivono la tristezza dello sfruttamento, degli abusi, della loro mancanza di diritti: oggetti resi inanimati e privati del pensiero da prepotenze ataviche e senza via di scampo.
Più doloroso è saper di donne che, romantiche e senza malizia, sono finite, ancora adolescenti, vendute per le strade da carcerieri, carnefici asserviti al dio denaro e alla violenza. Non sono bastate le battaglie femministe per affrancarle dal loro dolore, spesso, non visto e subito con rassegnazione.
Le urla di madri, figlie, sorelle che sopportano le angherie di famiglie ingiuste e senza affetto non scuotono i maschi che, tronfi della loro mascolinità, usano la donna come una vecchia ciabatta.
E’ tragico pensare che rispettose figlie, si facciano vendere e comprare per tre cammelli, una capra, un somaro e qualche altro bene mobile o immobile. Convenzioni della società moderna fanno del corpo di una donna un oggetto per vendere, ma a cosa sono servite le battaglie femministe! Si potrebbe pensare che ci sia poco da festeggiare in questo otto marzo. L’idea di festa non è inopportuna e senza senso, anzi è un modo per fare il punto su una situazione che si pensava superata e per andare alla ricerca di giustizia.
Le artiste hanno molto da dire su quest'argomento. Per troppo tempo non sono state messe in condizioni di esternare, appieno, la loro creatività e la loro genialità. Considerando l’arte si scopre che sino agli anni sessanta, non s’incontrano molte pittrici o scultrici nei testi specifici. Vi poteva essere Artemisia Gentileschi, pittrice della prima metà del seicento, Camille Claudel, scultrice raffinata e di gran talento, ma, sfortunata nell’amore, morta in solitudine in un internamento forzato, senza speranza, senza più furore creativo, preda della sua depressione e dell’abbandono della sua famiglia, Frida Kahlo, pittrice che ha lasciato un gran segno, di personalità ed arte benché la sua vita sia stata breve e perché no Grazia Deledda che ha saputo raccontare la sua terra e vincere un Nobel.
Queste grandissime artiste sono poche se si considera il tempo ed il rapporto numerico maschi e femmine: i doveri delle madri e le convenzioni venivano e vengono sempre prima.
Questa manifestazione organizzata da donne per donne, elogio  alla creatività femminile, ha dato spunto ad artiste, che hanno prodotto delle vere poesie. Loro hanno saputo affermarsi nel mondo ostico dell’arte nonostante i mille lacci e laccioli che le vincolavano alle consuetudini dell’essere.
Oggi, noi spettatori, facciamo silenzio: ci sono i FIORI che hanno molto da raccontare. Federica Murgia

2009-01-20

Scoprire i colori e amarli per sempre






Scoprire i colori e amarli per sempre.

Luigi a malapena si reggeva sulle sue gambette. Aveva da poco compiuto un anno ed oltre a gattonare cercava tutti gli appigli per camminare o conquistare la posizione eretta.

La madre, come spesso le capitava, era intenta a disegnare i decori per delle tovaglie; perciò aveva messo in giro matite colorate, tempere ed acquerelli.

Sentì bussare e si alzò, erano alcune ragazze che seguivano i suoi corsi di taglio. Si mise a parlare con loro perdendo, solo per poco tempo, di vista il figlioletto.

In quel momento Luigi, dopo tanti sforzi e capitomboli, riuscì a rizzarsi in piedi sulla coperta celeste. Senza esitare mise le sue manine, cicciotelle, in quell’oggetto poggiato sul tavolino che tanto l’aveva incuriosito negli ultimi dieci minuti. Era fatta: le sue manine erano diventate blu, rosse, verdi e gialle.

Stava per perdere l’equilibrio: piegò le gambe si curvò in avanti ma la forza di gravità vinse e atterrò sulla coperta, colorando qua e là. Si guardò le manine e cominciò a batterle, il risultato fu di un dripping involontario. Gli piacque.

La madre Santa era troppo intenta a parlare di girovita, fianchi, pence, e pieghe con le sue ospiti ed il bambino era così tranquillo che lei pensò che si fosse appisolato. Luigi era sveglissimo e di nuovo ondeggiando ed aggrappandosi alla sedia era in piedi e tastava con le manine sul tavolo alla ricerca della tavolozza. Ecco le sue mani erano ben impregnate ma aveva nuovamente perso l’equilibrio e si risedette bruscamente sulla coperta. Le mani erano ben cariche di colore e cominciò con i gocciolamenti e le striature su tutto quello che era alla sua portata. Non pago mise le mani in bocca ma con una smorfia di disgusto le allontanò subito. Passò ai capelli biondo chiaro e l’effetto fu meraviglioso. Tutto gli appariva magico sino a quando la madre non si voltò facendosi scappare un urlo disperato spaventando il piccolo artista che pianse a lungo. A pochi anni Luigi sottraeva furtivamente i colori alla madre, quando lei dipingeva sui tessuti e li lasciava incustoditi anche per brevi momenti. Colorava tutto, era come se non volesse accettare il monocromo. Colorava maglie, tovaglie, tovaglioli, lenzuola, coperte… perché risparmiare i muri! I pennelli, spesso, non gli bastavano. Per le sue originali creazioni, allora, usava le mani. I suoi occhi grandi, di un blu intenso, si contornavano di rosso, giallo, verde, come pure i suoi indumenti. La madre osservandolo pensò che sarebbe stato meglio aiutarlo nelle sue inclinazioni perciò sin dai primi anni di scuola gli insegnò ad usare i colori: pastelli, tempere ed acquerelli.

Questo bimbo aveva trovato la sua felicità: era un pittore.

Le sue doti artistiche suscitarono l’interesse degli insegnanti nella scuola elementare, che gli facevano colorare la maggior parte dei disegni.

Non tutto era semplice però, in quanto Luigi voleva fare a modo suo e non sentiva i consigli dei maestri. Questo gli procurò non poche punizioni. Quando aveva sette anni morì il padre e questo lasciò la sua famiglia nella disperazione più nera.

Frequentò le elementari fra Specchia e Roma, dove vivevano i nonni materni.

Intorno agli undici anni fu mandato in collegio dai Buoni Fanciulli, nella borgata di Primavalle a Roma, riservato ai ragazzini che avevano situazioni molto precarie. Fu un disastro. Qui, infatti, decisero di farlo diventare un tipografo. Furono guai!

La sua passione continuò ad essere la pittura anche se, non sempre gli era permesso di praticarla come lui avrebbe voluto. L’adolescenza fu difficile.

Luigi era diventato molto introverso e timido; mal sopportava i metodi del collegio. Sino allora era cresciuto con poche regole, grandi privazioni e molta fame. Dopo quattro anni fece ritorno al suo paese. A sedici anni, mentre frequentava l’Istituto d’Arte a Poggiardo, fece la prima mostra. Presentò opere che erano un’interpretazione di paesaggi dell’animo, piuttosto informali, con incursioni nelle nature morte e nella figura. Fu un successo che ancora oggi, al suo paese, ricordano in molti.

Si diplomò, specializzandosi in Scultura del Legno.

Nel frattempo era diventato un animo anticonformista e contestatore: i fermenti del sessantotto e degli anni settanta lo coinvolsero totalmente.

Le ragazze del paese, sue coetanee, raccontano di come attendevano l’arrivo di Luigi chiamato affettuosamente Gino capellone. Molte si erano invaghite del suo fascino di pittore ribelle e senza regole. In generale amava la musica del periodo ma era un gran fan dei Beatles e di Joan Beaz.

Le sue opere, antiaccademiche, cominciarono ad essere apprezzate da molti.

A vent’anni s’iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Roma dove si diplomò in scenografia. L’immagine che lo descrive, sia come artista che come uomo, è quella di uno che per i suoi ideali è salito e sale sulle barricate per difendere i suoi principi e le sue teorie. Federica Murgia

Cagliari !3/01/09

2009-01-17

.murmurofart



Performance
Valori di continuita'
Sabato 17 gennaio dalle 18:00 in poi in occasione della chiusura mostra Valori di Continuità gli Artisti si esibiranno in varie performance
Sabato 17 gennaio dalle 18:00 in poi in occasione della chiusura mostra Valori di Continuità
gli Artisti si esibiranno in varie performance.
Durante la serata verranno messi in vendita i biglietti per l'estrazione di un quadro il cui ricavato sarà devoluto ai bambini indiani di Suor Margaret.
Galleria Mentana piazza Mentana, 2/3/4R – Firenze
Tel. 055211985
Spazi coinvolti:
Galleria Mentana – piazza Mentana, 2/3/4R Firenze

E.mail: galleriamentana@galleriamentana.it
Sito: www.galleriamentana.it
Titolo: Valori di continuità

Orari d’apertura: 10.30/13.00 – 16.30/19.30
Ingresso libero

Artisti:
Rosario Bellante, Francesca Coli, Margherita Biondi, Luigi De Giovanni, Margaret Karapetian, Ursula Kofahl Lampron, Kostas, Annie Gheri, Elisa Macaluso, Vittoria Marziari, Filippo Mattarozzi, Roberto Pasquinelli, Clara Polvani, Vittorio Tessaro, Gianna Stomeo, Bianca Vivarelli, Patrizia Voltolini.

2008-12-01

valori di continuità






Galleria Mentana piazza Mentana, 2/3/4R – Firenze
Tel. 055211985
Spazi coinvolti:
Galleria Mentana – piazza Mentana, 2/3/4R Firenze
Spazio Culturale Mentana - via Della Mosca,5 Firenze
Spazio Espositivo Galluzzo - via Senese, 251R Firenze
Residence Porta a Prato - via Ponte alle Mosse,16 Firenze
E.mail: galleriamentana@galleriamentana.it
Sito: www.galleriamentana.it
Titolo: Valori di continuità
Inaugurazione: domenica 7 Dicembre 2008 dalle ore 17.30
Dal 7dicembre 2008 al 10 gennaio 2009
Abstract: La mostra si svolgerà in vari spazi e sarà una sintesi dell’attività annuale della galleria. Il giorno dell’inaugurazione ci sarà la presentazione del calendario. Gli artisti presentano una selezione della loro produzione recente.
Orari d’apertura: 10.30/13.00 – 16.30/19.30
Ingresso libero

Artisti:
Rosario Bellante, Francesca Coli, Margherita Biondi, Luigi De Giovanni, Margaret Karapetian, Ursula Kofahl Lampron, Kostas, Annie Gheri, Elisa Macaluso, Vittoria Marziari, Filippo Mattarozzi, Roberto Pasquinelli, Clara Polvani, Vittorio Tessaro, Gianna Stomeo, Bianca Vivarelli, Patrizia Voltolini.

VALORI DI CONTINUITÀ
La galleria Mentana, che da oltre 40 anni vivacizza la vita culturale Fiorentina e non solo, si appresta ad inaugurare un’interessantissima mostra intitolata”Valori di continuità”. Gli artisti presentano una selezione della loro ultima produzione. Sono linguaggi diversi che raccontano del mondo di ciascuno, disvelandone l’animo.
Le pennellate meditate o istintive ed i colori che parlano un linguaggio universale vengono resi unici da ogni artista.
E’ una mostra caratterizzata da molteplici stili espressivi messi insieme, dal tim della galleria, con gran competenza organizzativa e artistica.
Gli artisti partecipanti sono:
Rosario Bellante
Nelle vane promesse di una vita fiorita fa intravedere un percorso dove le gioie si perdono allo svoltare della curva. Le ombre si addensano e il sogno di felicità è oscurato.
Francesca Coli
Presenta il mondo della malinconia dove un corpo di donna messo a nudo ha assunto la tonalità monocroma di una solitudine grigia che lascia spazio solo al ricordo.
Margherita Biondi
Giaggioli e narcisi in primo piano sono l’anticamera per giungere ad un poetico villaggio dai tetti rossi e dalle colline ricche di vegetazione: verdi promesse di serenità.
Luigi De Giovanni
Guarda il mare e ritrova uno scorcio di gialli e di terre che segnano il tempo che passa. Il verde, che si specchia nella risacca, ricorda il rinascere e il ripetersi della vita.
Margaret Karapetian
Il grigio grafico non contrasta con i mondi esotici rievocati con segni ben decisi. Le ombre dei palmizi si spezzano nell’inseguire piani e incantevoli chiaroscuri.
Ursula Kofahl Lampron
L’artista non si sofferma nei particolari ma preferisce dare espressività alle opere. L’uso della terracotta e degli smalti cangianti che le ricoprono le rendono ancora più poetiche.
Kostas
Linee essenziali parlano dei tempi della vita. Il passato si fa presente prendendo forma di ricordi e di sogni. Una rosa rossa passione, è l’età adulta che riporta alla luna e ai giochi.
Annie Gheri
L’essenzialità e la poesia sono gli elementi che caratterizzano le sue opere. Le larghe pennellate, che esaltano lo scorcio segnato dalle sfumature del grigio, danno forma e contenuto.
Elisa Macaluso
Cumuli nembi si fondono con il mare creando un clima d’attesa. Schiumose onde aggrediscono un promontorio. E’ un moto continuo del tempo che segna la vita.
Vittoria Marziari
Nelle sue opere forza ed armonia interagiscono originando le forme. In esse si ritrova un dinamismo di linee che concorrono a creare dei movimenti e degli equilibri di gran fascino.
Filippo Mattarozzi
La maschera dell’apparire prende sembianze conosciute, per nascondere una sensibilità profonda e i turbamenti interiori messia nudo, anche, dalle tonalità del bianco e del nero.
Roberto Pasquinelli
La pittura sicura, che non teme il tempo, prende forma in paesaggi che danno tranquillità. E’ l’interpretazione dei cicli della vita che vibrano nei colori della natura con l’alternarsi delle stagioni.
Clara Polvani
Scorci di città, segnati dai tetti rossi, parlano di un profondo legame con la sua terra. L’amore per le cose conosciute viene magistralmente reso con un’armonia di colori.
Gianna Stomeo
I tramonti sfumano di rosso nei paesaggi che ci parlano della natura aspra e contorta della sua terra. Covoni di grano dorato, attorcigliati ulivi raccontano il Salento.
Tessaro
Le sue sculture parlano di grazia che prende forma ed equilibrio. Un’eleganza altera le contraddistingue e, benché siano realizzate in bronzo, trasmettono un profondo calore.
Bianca Vivarelli
Una sensazione di serenità pervade le sue opere che parlano di profili d’ambienti naturali preservati dalla devastazione dell’uomo. E’ il ritorno ai rassicuranti equilibri cromatici.
Patrizia Voltolini
I suoi quadri parlano di un vulcano interiore controllato con gran forza d’animo. Contrasti di colore, dati anche da oggetti incollati, sono solo spruzzi di gioia apparente. Federica Murgia



2008-06-26

LUIGI DE GIOVANNI: DA FIRENZE A SPECCHIA

LUIGI DE GIOVANNI: DA FIRENZE A SPECCHIA
Spazi aperti – collettiva - Galleria d’Arte “Mentana”- Piazza Mentana, 2/3R Firenze.
Dal 26 giugno al 26 luglio Inaugurazione 26 giugno ore 19:00
Nel passato nel presente
Dal 10 luglio 2008 Apertura estiva dello Studio “Sutta Le Capanne De Lu Ripa” - Specchia
Nel passato nel presente
Le turbolenze contestative della giovinezza di De Giovanni si sono assopite. Nella sua memoria gli echi di quella stagione si allontanano si fanno indistinti per riapparire nelle pennellate aggrovigliate delle sue opere: come aggrovigliati erano i suoi sogni di allora. I jeans, testimoni di un’epoca, simboli urlanti e contestativi, originati dalle sue angosce, ora sono stati deposti. Il tempo passato, con i conflitti esistenziali, ha tracciato i suoi solchi che riemergono nell’istintiva pittura: fedele compagna che rincuora De Giovanni sin dalla sua infanzia.
Il quarantennale della rivoluzione sessantottina, che cambiò il mondo, è oggi solo tempo che passa e non viene neanche celebrato. Quel periodo, che mutò i pensieri e i sentimenti degli allora giovani, ha lasciato sogni e molte macerie, più o meno dolorose, anche in De Giovanni. In lui, dopo lo smarrimento d’ideali infranti, sono emerse nuove emozioni che gli hanno fatto avvertire il richiamo della sua terra: l’humus che l’ha cullato bambino s’è fatto avanti con ritrovato vigore riconducendolo a Specchia, suo paese natale. Questo conosciuto luogo è ridiventato il suo genius loci: ispirazione e appagamento del suo animo, forse…, pacificato. Ecco nuove opere dove l’alchimia di colori e sentimenti parla di conciliazione dello spirito e d’armonia delle cose.
Gli ulivi, i mandorli, le siepi hanno assecondato il desiderio di quest’artista che con veloci pennellate ne ha colto, trasferendola nei suoi dipinti, l’essenza di luce e dell’esistere.
Il paesaggio dell’assolato Salento, riconosciuto come proprio dal suo Io, è diventato fonte d’ispirazione. Sulle tele il racconto del luogo viene fatto dalle contorte linee che si attorcigliano, che incrociano magicamente le rette della vita. Pennellate grondanti di colore si sono magicamente amalgamate con i sentimenti dell’artista in un unicum che è il dipinto: metafora del vivere.
Note biografiche
Luigi De Giovanni nasce, il 12 Febbraio del 1950, a Specchia (Lecce).
Si diploma all’Istituto d’Arte di Poggiardo nel 1969. Nel 1974 si diploma all’Accademia delle Belle Arti di Roma. Dal 1970 al 1978 frequenta il Corso Libero del Nudo.
Federica Murgia
Cagliari 24 giu. 08

LUIGI DE GIOVANNI: DA FIRENZE A SPECCHIA

LUIGI DE GIOVANNI: DA FIRENZE A SPECCHIA
Spazi aperti – collettiva - Galleria d’Arte “Mentana”- Piazza Mentana, 2/3R Firenze.
Dal 26 giugno al 26 luglio Inaugurazione 26 giugno ore 19:00
Nel passato nel presente
Dal 10 luglio 2008 Apertura estiva dello Studio “Sutta Le Capanne De Lu Ripa” - Specchia
Nel passato nel presente
Le turbolenze contestative della giovinezza di De Giovanni si sono assopite. Nella sua memoria gli echi di quella stagione si allontanano si fanno indistinti per riapparire nelle pennellate aggrovigliate delle sue opere: come aggrovigliati erano i suoi sogni di allora. I jeans, testimoni di un’epoca, simboli urlanti e contestativi, originati dalle sue angosce, ora sono stati deposti. Il tempo passato, con i conflitti esistenziali, ha tracciato i suoi solchi che riemergono nell’istintiva pittura: fedele compagna che rincuora De Giovanni sin dalla sua infanzia.
Il quarantennale della rivoluzione sessantottina, che cambiò il mondo, è oggi solo tempo che passa e non viene neanche celebrato. Quel periodo, che mutò i pensieri e i sentimenti degli allora giovani, ha lasciato sogni e molte macerie, più o meno dolorose, anche in De Giovanni. In lui, dopo lo smarrimento d’ideali infranti, sono emerse nuove emozioni che gli hanno fatto avvertire il richiamo della sua terra: l’humus che l’ha cullato bambino s’è fatto avanti con ritrovato vigore riconducendolo a Specchia, suo paese natale. Questo conosciuto luogo è ridiventato il suo genius loci: ispirazione e appagamento del suo animo, forse…, pacificato. Ecco nuove opere dove l’alchimia di colori e sentimenti parla di conciliazione dello spirito e d’armonia delle cose.
Gli ulivi, i mandorli, le siepi hanno assecondato il desiderio di quest’artista che con veloci pennellate ne ha colto, trasferendola nei suoi dipinti, l’essenza di luce e dell’esistere.
Il paesaggio dell’assolato Salento, riconosciuto come proprio dal suo Io, è diventato fonte d’ispirazione. Sulle tele il racconto del luogo viene fatto dalle contorte linee che si attorcigliano, che incrociano magicamente le rette della vita. Pennellate grondanti di colore si sono magicamente amalgamate con i sentimenti dell’artista in un unicum che è il dipinto: metafora del vivere.
Note biografiche
Luigi De Giovanni nasce, il 12 Febbraio del 1950, a Specchia (Lecce).
Si diploma all’Istituto d’Arte di Poggiardo nel 1969. Nel 1974 si diploma all’Accademia delle Belle Arti di Roma. Dal 1970 al 1978 frequenta il Corso Libero del Nudo.
Federica Murgia
Cagliari 24 giu. 08

2007-09-16

SPECCHIA ESTATE 2007






SPECCHIA ESTATE 2007
Specchia: un paese che, da riservato borgo agricolo, si appresta a diventare o, meglio, è diventato modello di sviluppo turistico sostenibile.
Si trova in una posizione dominante rispetto alla piana che si perde nell’infinito fra cielo e mare sino all’Albania, che costituisce un fondale di palcoscenico naturale.
Le quinte sono date dall’azzurro del mare che incrocia quello del cielo assumendo sfumature fantastiche.
La notte un’animazione di luci, più o meno luminose, descrive i profili di una miriade di paesi.
Specchia è caratterizzato dalle costruzioni in pietra leccese. Questa pietra è duttile e bella da vedersi.
La sua architettura presenta, spesso, archi, volte a botte e a stella ed è arricchita dalle volute che consente la pietra locale.
Il suo sky line sembra quello di mura e torrioni di un castello fatato: eretto per essere guardato.
La vivacità che in questi anni, frequento con gioia Specchia dal 1988, ha contraddistinto il suo sviluppo è ammirevole.
Quest’anno la mia gioia di trascorrerci l’estate e la meraviglia per la sua costante crescita, è stata tale da stupirmi: grazie, anche, agli ultimi lavori che hanno determinato prospettive architettoniche di maggiore respiro.
Il recupero dei frantoi ipogei, 26 quelli censiti, è un fiore all’occhiello del vivace borgo. Il consolidamento di quello di Via Garibaldi ha determinato anche il rifacimento della strada resa bellissima dalle nuove soluzioni architettoniche e dalla pietra di Cassano Murge ed ha portato a fughe visive di rinnovata gradevolezza.
Scoprire il paese è stato un imperativo delle mie vacanze e per questo mi sono avvalsa delle conoscenze dello studioso prof. Antonio Penna, che gentilmente mi ha guidato raccontandomi gli eventi storici, le stratificazioni architettoniche e culturali che hanno determinato Specchia, così com’è. Tutto nel paese parla di una storia molto antica.
Andar per chiese può essere una passeggiata che porta alla scoperta della religiosità che anima e ha animato gli specchiesi ed al recupero delle tradizioni che li hanno accompagnati.
Si può cominciare col visitare la chiesa bizantina di Santa Eufemia, una delle prime costruite in Puglia e restaurata negli anni ‘80. E’ sita a livello più basso nella zona del paese denominata, appunto, Sant’Eufemia, e sorge dove in epoca romana si erigeva la villa di Grassano. La chiesa di San Nicola di Mira, protettore di Specchia, è romanica e risale al 1300. Quella della Madonna del Passo è una laura basiliana, trasformata in chiesa alla fine del 500. Del 1400 è il convento dei Francescani Neri (o Conventuali), sito dove la tradizione narra che nel 1220 sia passato San Francesco che avrebbe profetizzato la nascita del convento stesso. A questo è annessa una chiesa romanica, a capriate, trasformata nel 1700 così come appare oggi. Addossata alla facciata della chiesa vi è la cappella di Santa Caterina d’Alessandria fatta costruire nel 1532 da Antonio Mariglia, nobile feudatario locale. Nella chiesa di Sant’Antonio che risale al 1600, si possono ammirare gli altari dedicati alla Madonna del Rosario e a San Luigi Gonzaga, fatti costruire dai Balsamo, baroni di Cardigliano. Sempre della seconda metà del 1600 è la chiesa della Madonna Assunta.
La Chiesa parrocchiale nella sua struttura originaria risale al 1400 ed è collegata alla ricostruzione del paese; ha subito continui rifacimenti ed è stata ampliata nel tardo Rinascimento, mentre le due navate laterali sono state aggiunte dopo la seconda guerra mondiale. Notevoli l’abside del 1605 e l’altare dell’Annunziata il cui quadro, di pregevole fattura, è attribuito a G. D. Catalano, pittore salentino di scuola napoletana.
Proseguendo in una passeggiata architettonica per le vie e le piazze del paese si possono ammirare le costruzioni ad uso di civile abitazione. Di grande suggestione ed importanza stilistica appare l’antico borgo che si trova addossato al castello. Racconta, in modo molto semplice, la differenza che c’era nel modo di vivere fra i poveri e i pochi ricchi che dimoravano nel paese.
In una posizione più elevata rispetto al borgo antico c’è l’imponente Castello Risolo che risale al 1400 e alla ricostruzione di Specchia. Detto castello venne poi ampliato e sistemato negli anni a cavallo fra la fine del 1600 e i primissimi anni del 1700. La parte più recente è stata costruita sul fossato alla fine dell’Ottocento quando venne risistemato definitivamente. Il portale del castello è tardo barocco.
Meritano d’essere visitate altre belle ed importanti antiche costruzioni fra queste il Palazzo Pisanelli, già palazzo Orlandi costruito nel 1700; in Via Ferrante Gonzaga un altro palazzo Orlandi del 1700 e quello dei Balsamo risalente al 1500 e restaurato nel 1700.
Il turista che va a Specchia non può andar via senza aver visitato alcuni degli antichissimi frantoi, scavati nella roccia, spesso a livelli differenti, recentemente consolidati.
Questa visita consentirà d’avere una chiara idea di come trascorsero la vita i poveri lavoratori, che dentro il frantoio passavano, senza mai uscire, gran parte dell’anno. Si rimarrà sconcertati nell’immaginare gli uomini e le gigantesche ruote delle macine che, ombre nel ventre della terra proiettate da deboli luci sulle pareti oleose, faranno pensare ad un mondo di favola che non sempre è a lieto fine. Percorrendo quegli ambienti, si sarà portati a riflettere su chi vi lavorò, sugli scenari di privazioni, di lontananza dagli affetti, di sottomissione e sfruttamento, di mancanza di privacy, di buio del tempo e degli animi.
Trascorrere l’estate a Specchia significa godere, oltre che delle bellezze, anche dei molti eventi che l’animano e che richiamano migliaia di turisti. Favorito questo, pure, dall’ideale posizione geografica del paese, infatti, è relativamente vicino all’incontaminato mare: si può scegliere fra gli scogli spettacolari e le spiagge bellissime.
Il calendario delle manifestazioni estive è sempre molto ricco e anche quest’anno non si è avuto il tempo per annoiarsi.
Il 25 giugno è cominciata la
3^ edizione del Torneo del Borgo 
dove provetti e meno provetti atleti hanno dato prova delle loro capacità calcistiche ed agonistiche.
La Piazza Aldo Moro è stato il luogo ideale per i bambini che quotidianamente, al calar della sera si davano convegno per iniziare i loro gioiosi giochi.
Dal 18 al 21 luglio presso Castello Risolo c’è stata la rassegna "Cinema del reale", ideata ed organizzata da “Big Sur, immagini e visioni”: è stata la quarta edizione. Questa festa del cinema ha avuto la direzione artistica del filmaker Paolo Pisanelli. La manifestazione rientrava nell’articolato programma del festival Salento Negroamaro, rassegna delle culture migranti della Provincia di Lecce. L’evento è stato dedicato agli autori, alle opere cinematografiche e video che presentavano, con una visione soggettiva, il vivere degli uomini di tutti i tempi in determinati ambienti. La manifestazione ha suscitato molto interesse, disturbata solo dal prevedibile caldo estivo.
Il 24 luglio, al Castello Risolo, la Biblioteca Comunale ha presentato: “Il Teatro dell’Allegria”, esperienza di un laboratorio d’arte e creatività, riservato ai bambini che hanno potuto dare voce alla loro istintività in un intreccio di canti, narrazione e immagini. La Piazzetta degli Artisti, dove da quest’estate sono state sistemate due sculture di Giovanni Scupola, dedicate alla Donna, Calice di Vita, c’è stata la proiezione di una serie di film curata da Carolina Giorno, Assessore Alle Pari Opportunità. Lo stesso assessorato e la Commissione Cittadina, il 27 luglio nella Piazza del Popolo, hanno dato il via ai coinvolgenti ritmi dei tamburi rullanti che hanno animato la ”Serata Sotto le Stelle”: Suoni e Ritmi del Salento
con il gruppo Taranta Social Club. 

Il centro donne “Ilaria Alpi” ha messo in programma i film “Notte Prima degli Esami” e “3 Metri Sopra il Cielo”.
La Festa di Santa Eufemia, nell’omonimo borgo, è un appuntamento atteso e ha caratterizzato lo svago dal 28 al 29 luglio. L’organizzazione è stata dell’Associazione Santa Eufemia con la collaborazione dei residenti che tanto s’impegnano per la buona riuscita. Durante questa festa gustosissimi panini, con fritture di verdure e salumi, hanno appagato il palato mentre danze, dal sapore di festa campestre, contribuivano a far divertire e digerire.
Il 4 agosto nell’atrio del Palazzo Protonobilissimo c’è stata la presentazione del libro “La stanza del tempo - racconti salentini”. L'opera, di Federica Ricchiuto, 
è stata presentata dal dott. Giuseppe Maria Ricchiuto e dal prof. Francesco Laterza dell’Associazione Nordsud di Villa Lagarina in provincia di Trento. Interessanti, per le riflessioni, sull’influenza del luogo nella produzione letteraria, gli interventi del dott. Francesco Caccetta, Assessore alla cultura del Comune di Specchia e del prof. Antonio Penna, studioso e conoscitore del luogo. La serata è stata coordinata dal giornalista Maurizio Antonazzo.
Dall’ otto al nove agosto, alla villa Comunale, con la 7^ edizione Festa degli Emigranti 
a cura dell’Associazione Italiani nel Mondo, con l’impegno grandissimo del presidente Fernando Villani, c’è stato il ricordo di quanti hanno dovuto emigrare per cercare lavoro. L’evento è stato celebrato con una bellissima mostra fotografica e con la partecipazione d’importanti personalità della politica e della televisione.
Un’acuta riflessione per immagini è stata la mostra personale di Luigi De Giovanni, curata da Giusy Petracca. La mostra, inaugurata l’undici agosto nella Piccola Galleria “Sutta Le Capannne De Lu Ripa”, era intitolata “SPACE AND TIME”.
Nella mostra si potevano ammirare opere scelte di vari periodi. Pitture ad olio su tela, tecniche miste su jeans, conducevano ad una riflessione sulla vita e l’uomo: immagini dell’animo dell’artista, da lui riportate con sensibilità sino a renderle comunicazione poetica.
“Lo “spazio e il tempo” è colore che cambia nei diversi ambienti, con l’alternarsi del giorno e della notte, con le stagioni, è jeans che parla di luoghi e d’eventi, non sempre belli. In queste opere si ritrovava una narrazione della sterilità dell’animo umano, saccheggiatore non solo dell’ambiente ma, spesso, anche dei sentimenti,
Un’univocità di discorso, poetico e pittorico allo stesso modo, che trova la sua ragione d’essere nell’analisi di "spazio e tempo" che conducono alla vita e alla distruzione di essa.
“Space and time”, dai molteplici significati, titolo della mostra che voleva essere il racconto di come l’artista avverte il mondo e l’arte”.
Un grandissimo successo, iniziato al tramonto e vissuto da migliaia di persone, è stato quello ottenuto dalla “Notte bianca 2007”, il 12 agosto.
La notte è stata caratterizzata da spettacoli, concerti, performance di teatro, danza, mostre d’arte contemporanea e un concorso writer. Non è stato un baccanale ma un crogiuolo d’idee, divertimenti all’insegna di tradizione e sperimentazione. Per una notte si è cercato di dimenticare i problemi e le angosce del vivere.
L’organizzazione della 1^ edizione della rassegna dei cortometraggi intitolata “A corto d’idee” è stata del "Forum dei Giovani di Specchia" in collaborazione con SaiettaFilm. Lo scopo di quella manifestazione era quello di valorizzare, promuovere e divulgare la cultura del cortometraggio come forma espressiva moderna, utile per sviluppare l’arte e il suo impiego nella comunicazione mediale. La manifestazione è risultata importante anche per lo stimolo dei giovani alla conoscenza di nuove figure professionali come quelle legate al cinema e alla televisione.
Il 18 agosto nell’Atrio del Castello Risolo si è tenuta una serata altamente culturale con la presentazione del libro di Duilio Giammaria, conduttore di “Uno mattina estate”, “Seta e veleni - Racconti dall’Asia Centrale”. Tutti i convenuti, durante la conferenza, erano col fiato sospeso, come se avessero ricevuto un violento pugno allo stomaco per le problematiche che si andavano chiarendo. Erano presenti: l’autore Duilio Giammaria, 
la Giornalista Silvia Famularo Quarta Colosso, 
il Sindaco di Specchia On. Antonio Lia, 
l’Assessore alla Cultura dott. Francesco Caccetta.

La sera del 26 agosto, nell’atrio del Castello Risolo, il "Teatro Solatia Specchia Onlus" ha presentato ''QUANTE VITE…'', la cui regia era di Rosaria Ricchiuto. Lo spettacolo teatrale era interpretato dalla stessa Ricchiuto e da Enza De Rinaldis. L’Atrio del Castello Risolo, diventato fondale, quinte e scena, ha risposto, in maniera formidabile, alle esigenze del copione scritto e diretto da Rosaria Ricchiuto. Tutta la compagnia è stata all’altezza delle situazioni, supportata da scenografie scevre ma eloquenti e da musiche adeguate. Sono stati belli i giochi di luce che hanno rimarcato parole e climi. 
Perfetto e coinvolgente è stato l’interagire degli attori con il pubblico, anche, con danze e con l’utilizzo, garbato, di tutto lo spazio: sia della scena che dell’atrio e delle terrazze del meraviglioso Castello Risolo. Al termine sullo schermo scorreva la poesia “Ode alla vita” di Pablo Neruda, contemporaneamente le attrici distribuivano delle piccole pergamene con la medesima poesia: pergamene rosa, come rosa è il sogno dei bambini, degli adolescenti, di tutti i giovani. Questa è stata una bella rappresentazione che poeticamente ha saputo porre i problemi più intimi del vivere.
Per un’estate così intensa di vitalità meritano i ringraziamenti l’Amministrazione Comunale di Specchia, nelle persone del sindaco On. Antonio Lia e dell’Assessore Cultura Dottor Francesco Caccetta, L’assessore alle Pari Opportunità, l’Assessorato alle Politiche Giovanili, il Forum dei Giovani, Centro Donne “Ilaria Alpi”, la Biblioteca Comunale e tutti i cittadini di Specchia che in qualche modo hanno collaborato alla buona riuscita di questa bellissima estate.
Personalmente ringrazio il prof. Antonio Penna: per la sua cortese collaborazione all’articolo e per avermi guidato alla storia di Specchia, facendomi appassionare.
Federica Murgia
Specchia 30 Agosto 2007

2007-09-13

SPACE AND TIME





















Spazio espositivo: Piccola Galleria Sutta Le Capannne De Lu Ripa
Titolo: “SPACE AND TIME”
Vernissage: 11 agosto 2007 alle ore 20,00
Curatrice: Giusi Petracca
In mostra opere scelte, di vari periodi, che esprimono, coerentemente, il pensiero dell’artista sullo spazio e il tempo.
Pitture ad olio su tela, tecniche miste su jeans conducono ad una riflessione sulla vita e l’uomo.
“SPACE AND TIME”
Il rapporto “spazio – tempo” è ciò che Luigi De Giovanni coglie e riversa, dopo averlo fatto proprio, nelle sue opere. Queste non sono solo istantanee di ciò che vede, ma, anche, immagini del suo animo: sensibilità che si trasferisce nei colori sino a vivificarli e renderli comunicativi e poetici.
Lo “spazio e il tempo” è colore che cambia nei diversi ambienti, con l’alternarsi del giorno e della notte, con le stagioni, è jeans che parla di luoghi e d’eventi, non sempre belli.
Le pennellate che si sovrappongono, inseguendo la luce o le idee, diventano trasposizioni dei climi temporali che fanno emergere la poetica dello spirito. Mettono in luce, nel groviglio che prende forma, la follia e la cecità del genere umano che non rispetta se stesso e la sua casa: terra.
Osservando la natura ferita, l’artista, riflette amaramente sulla sconsideratezza dell’uomo e trasla i sentimenti nelle sue opere che diventano icone di dolore e di sogni.
Aleggia una lirica cruda, mitigata solo dall’armonia coloristica, in un rimando continuo all’uomo, al tempo e allo spazio.
Il tempo e la natura, spazio vitale, solo apparentemente sconfitti dall‘incoscienza umana, per De Giovanni, hanno sempre ragione e i fatti lo dimostrano.
La linea guida dell’esposizione è data dall’espressività aspra dei jeans che parlano, attraverso colori e segni aggressivi, di sogni infranti che coabitano con nuovi sogni, suggeriti dai paesaggi e dai fiori.
In queste opere si ritrova una narrazione della sterilità dell’animo umano, saccheggiatore non solo dell’ambiente ma, spesso, anche dei sentimenti,
Un’univocità di discorso, poetico e pittorico allo stesso modo, che trova la sua ragione d’essere nell’analisi di "spazio e tempo" che conducono alla vita e alla distruzione di essa.
“Space and time”, dai molteplici significati, titolo della mostra che vuole essere il racconto di come l’artista avverte il mondo e l’arte.
Federica Murgia


Spazio espositivo: Piccola Galleria Sutta Le Capannne De Lu Ripa
Piazza Del Popolo – Specchia (LE)
Orario d’apertura: dalle 19.00 alle 22.00
Ingresso libero
www.degiovanniluigi.com
arts@degiovanniluigi.com
cell. 3283516620

2006-10-31

estate specchiese



Da anni l’estate Specchiese è un momento corale d’incontri culturali e divertimenti. 


Quest' ultima volge al termine e con essa finiscono e le feste e gli incontri di pubblico, quali mostre, dibattiti, concerti e rappresentazioni teatrali che hanno allietato Specchia e l’intero Salento. 

I turisti e gli abitanti del luogo, in questo periodo, hanno potuto divertirsi, coltivare lo spirito con i momenti culturali, ma, anche riflettere sulle problematiche attuali.

Ora è rimasto il ricordo dell’eco del rullare dei tamburelli, ai ritmi della taranta e della pizzica, musiche invitanti e coinvolgenti, tanto che improvvisati ballerini si sono esibiti in balli sempre più sfrenati.


L’amicare della danza del corteggiamento è stata una scoperta per i turisti che si sono ritrovati ad applaudire e a partecipare. 

I vip non sono mancati. Per le vie del paese, infatti, si potevano incontrare attori, impegnati nelle riprese della seconda parte del “Giudice Mastrangelo”, quali, Alessia Marcuzzi, Diego Abbatantuono, Vittoria Piancastelli e tanti altri. 


Non mancavano i personaggi televisivi e dello spettacolo, infatti, si potevano incontrare, per le stradine del paese, l’ ex miss Italia Cristina Chiabotto, l’attore Fabio Fulco, Andrea Vianello di “Mi manda Rai 3”. 


La chiusura dell’estate l’hanno fatta i ragazzi del Liceo Classico di Tricase che il 28 agosto 2006 hanno messo in scena Grease, musical nato nel 1971 a Chicago, dall'idea di Jim Jacobs e Warren Casey. 

La piazza del Popolo di Specchia, in quel giorno, si è animata di teatro sperimentale e, idealmente, si è collocata indietro con il tempo trasformandosi in ambiente giovanile tipico americano, ma, che può essere d'ogni paese. 


Gli ingredienti della storia si ritrovano nell'amore fra due giovani, nella banda (i “T-Bird”), di ragazzi bulli della Rydell High School, in una compagnia di studentesse (le “Pink Ladies”) della medesima scuola, nelle dinamiche che scaturivano (e ancora scaturiscono ) nei gruppi giovanili. 


Rock'n'roll e atmosfere dei college, in scena nel palcoscenico e nella piazza, risultano molto graditi al numerosissimo pubblico, non solo specchiese. Nello spettacolo vengono rievocati gli incontri dei ragazzi in pigiama per i party notturni, per manifestare una maggiore sensazione di libertà e spregiudicatezza. Ci sono i giubbotti maschili attillati, in pelle nera, a simboleggiare un certo bullismo e la ribellione contro le regole. Gli abiti che caratterizzano l’epoca sono indossati dalle studentesse con naturalezza d’attrici di provata esperienza. Ricordano le interpretazioni degli anni ’70 i capelli, qui non proprio rispondenti al copione originale, imbrillantinati e pettinati con il ciuffo che poteva ricordare quelli d'Elvis: simboli di una generazione. 


Lo spettacolo è stato caratterizzato da una scenografia minima ma efficace. Il fondale è fatto con teli bianchi con sopra disegnata una scritta a simboleggiare Greas. La fuoriserie è stata solo un cartone pubblicitario di un'utilitaria rossa, che nel momento stabilito dal copione compariva e scompariva nello sfondo, sempre trasportata dai ragazzi. Pochi altri oggetti hanno fatto parte della scenografia che è stata enfatizzata da frizzanti studenti di liceo che ben sapevano immedesimarsi nella situazione, nella trama, nelle musiche e nella piazza. 


Gli attori, che interagivano fra palcoscenico e platea (in uno spazio più ampio e più aperto) in un'apparire, allontanarsi e avvicinarsi nel gioco delle parti, sono stati bravi ed hanno dimostrato la gran cura usata nella preparazione. 

Le canzoni, interpretate dagli attori--cantanti, studenti del Liceo Classico di Tricase, sostenute da basi e da due o tre coriste, benché non sempre precise nell'intonazione, sono state efficaci ed hanno spesso suscitato calorosi e lunghi applausi d’approvazione. 


La danza, protagonista assoluta, ha dato momenti di commozione quando, fatta con la precisione di ballerini professionisti, ha saputo dare dei brividi ad un pubblico che ha manifestato gran consenso. 


Le attività estive sono cominciate l’11 luglio con il “CALCETTO IN PIAZZA” (organizzato da De Braco Stefano e Scupola Antonio Osvaldo). Il torneo è andato avanti sino al 25 luglio, nella Piazza Aldo Moro. 

Il giorno 15 luglio è stata la volta della sfilata di moda, organizzata da Maura Pacella Coluccia e Lucia Villani, in Piazza del Popolo. La sfilata caratterizzata dalla serietà e competenza dimostrata dalle organizzatrici. Non solo adulti ma anche bambini, alcuni disabili e giovanissimi, hanno saputo fare la sfilata con sicurezza e precisione seguendo una regia che ha dimostrato d’essere all’altezza anche sotto il profilo scenografico e coreografico. 


Dal giorno 20 luglio al 5 agosto nella Sala degli ulivi di Borgo Cardigliano si è tenuta la personale di Luigi De Giovanni intitolata Elios. 

Questa mostra ha suscitato grande interesse di pubblico e di critica ed è stata caratterizzata da due importanti momenti di riflessione sull’arte e sull’ambiente.

Il compito di guida alla mostra è spettato al critico Toti Carpentieri che, dando una lettura puntuale del mondo e delle motivazioni dell’artista, ha consentito, al pubblico, presente nella serata inaugurale, di cogliere gli aspetti più profondi dell’opera dell’artista. Alla conferenza del Vernissage hanno preso parte, oltre ad un numeroso pubblico, l’On. Antonio Lia - Sindaco Città di Specchia, il dottor Francesco Caccetta - Assessore alla Cultura Città di Specchia, Massimo Rota - Amministratore Borgo Cardigliano, Toti Carpentieri - critico d’arte, Giusy Petracca -presidente Associazione Raggio Verde, Maurizio Antonazzo - giornalista. I convenuti hanno parlato dell’opera dell’artista e della spendida costruzione che caratterizza Borgo Cardigliano. 


Nella sala le opere sono state inserite armonicamente in un clima caratterizzato dall’essenzialità degli arredi e dal luogo. L’interno della sala, con le volte a stella mostra, in un gioco di fughe e di luci, le suggestioni della pietra leccese e del carparo. 

In questo luogo, che sa d’antico, l’inaugurazione è stata contraddistinta, anche, dal canto del soprano Ju Hae- Min accompagnata dagli accordi della chitarra classica di Patrizia Sambati. 


Il repertorio comprendeva:
Ombre Amene di Mauro Giuliani, Bachianas Brazileiras n.5 di Heitor Villa-Lobos, La tarara di Federico Garcia Lorca, Plaisir d’amour di Giovanni Martini. 


Il giorno 30 luglio un folto pubblico ha potuto godere, oltre che della mostra di De Giovanni, di un concerto del giovane pianista Gabriele De Carlo che ha anche accompagnato la lettura di “Locandine letterarie”, edite da “Il Raggio Verde”, introdotte dalla coinvolgente Carmen De Stasio e da Maurizio Nocera, recitate dall’attore Salvatore Della Villa. 

Cardigliano: quindi un luogo dove ambiente, tranquillità ed arte hanno vissuto in un armonico connubio. 


Il 23 luglio ancora teatro con la rappresentazione della commedia in vernacolo, “Il ricco Epulone”, ispirata alla parabola del Vangelo secondo Luca, presentata dalle classi quarte della Scuola Primaria di Specchia. 

I ritmi della pizzica e della musica etnica degli Agorà, il 24 luglio, hanno animato la Piazza Aldo Moro. 

Un momento culturale molto importante per il territorio si è tenuto il giorno 28 luglio, al Convento Dei Francescani Neri, con il convegno “Olio Nostrum 2006” che ha affrontato il tema: “ Verso la nuova normativa dell’agriturismo pugliese” ed ha presentato l’istituzione del Master nel Convento ospite. 


Il giorno 29 luglio, nell’ambito di “Olio Nostrum 2006”, si è fatta l’esposizione e la degustazione dei prodotti delle aziende salentine del settore agroalimentare e contemporaneamente la mostra di gigantografie ed opere artistiche dedicate all’ulivo, all’olio d’ulivo. Nella stessa sera in Piazza del Popolo imperversano i ritmi di pizzica e musica etnica di “Uccio Aloisi Gruppu”. 

Il 29 e il 30 luglio l’Associazione S. Fumia dà luogo ai festeggiamenti per S. Fumia nel borgo omonimo. 


Dal 31 luglio al 7 agosto il Forum Dei Giovani organizza il 2° Torneo di Calcetto, in Piazza Aldo Moro. 

Un importante momento culturale e di riflessione sociale si è tenuto sempre in piazza del Popolo con l’Incontro con l’autore Alfredo Mantovani che ha presentato il libro “Prima del Kamikaze”, giudici e legge di fronte al terrorismo islamico. 

L’intervista all’autore è stata fatta da Mauro Giliberti, giornalista di TeleRama. 


Giovedì 3 agosto in Piazza del Popolo viene rappresentato “Fratello Francesco”. Il recital musicale è stato curato dai ragazzi dell’Azione Cattolica di Specchia. Regia da Edoardo Baglivo. 

Il 05 agosto un momento di riflessione e solidarietà possibile nell’arte 

L’Assessorato alle pari opportunità ha organizzato una serata, dal titolo “conosciamo Emergency”, che si è tenuta in Piazza Nassirya il 5-8-2006, che ha richiamato temi, purtroppo ancora attuali, quali la solidarietà e la guerra. La serata “Amare oltre ogni confine” ha assunto per la comunità di Specchia un valore importante. Alla dottoressa Nunzia Baglivo, referente d’Emergency, è stato assegnato il tradizionale riconoscimento “Dalle Donne a… 2006”, in quanto da anni partecipa attivamente a questa organizzazione umanitaria nata, per portare assistenza alle vittime civili della guerra, promuovendo una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani. 


La serata è stata conclusa con un karaoke che ha visto gli specchiesi protagonisti all’insegna della stare insieme, liberi da steccati e divisioni. 

Festa degli emigranti dal 09 al 10 agosto 

Un momento toccante dell’estate specchiese l’ha riservato la festa degli emigranti. 

In questa, oltre a ripercorrere il travaglio di chi malvolentieri si allontanava dal luogo natio, si è analizzato in modo disincantato la permanenza in terra straniera e il ritorno con tutti i benefici, sia economici che di crescita personale, riportati a Specchia. 

La festa è stata caratterizzata dalla scoperta della statua, realizzata da Giovanni Scupola, dedicata a chi per necessità si è allontanato dal paese natio. 

La statua rappresenta il momento più bello dell’emigrazione cioè il ritorno: agognato, sperato e sognato nei giorni della lontananza. 

Il gesto d’elevare al cielo un bimbo, d’inginocchiarsi in un abbandono totale alla gioia della propria terra ritrovata, un dire al bimbo innalzato questo è il nostro… il tuo paradiso. Il bronzo luccicante illumina di luce riflessa e i suoi bagliori parlano della festa e della gioia del ritorno. 

L’11 agosto il Concerto, della Fondazione I.C.O. Tito Schipa di Lecce, in ricordo dei Caduti di Nassirya e dei martiri del terrorismo, ha deliziato gli spettatori convenuti in piazza del popolo. 

Il 12 agosto non si è dormito grazie alla Notte Bianca di cui riportiamo la cronaca. 

Questa notte, nel centro storico di Specchia, uno dei borghi più belli d’Italia, c’è animazione: 

è la notte bianca, dove tutti sognano ad occhi aperti. Un brusio continuo aleggia nel paese: è creato dalle parole, dalla musica, dai richiami dei venditori; è un voler gioire insieme, vivere spensieratamente;Le persone,accorse in gran numero, ascoltano scegliendo la musica dei diversi gruppi, assecondando i loro gusti e ammirando le antiche costruzioni ricche di storia e di vita vissuta. E’ un modo di rincontrarsi, come in una festa pagana di fine raccolto, di gioire e ripercorrere i giorni di lavoro e festeggiare. Ecco allora i concerti, che appagano il gusto musicale di giovani e meno giovani, le mostre d’arte che parlano d’artisti che con la loro sensibilità raccontano i loro sentimenti e il loro vivere, non manca il momento letterario dove la poesia è regina. Un profumo d’arrosti, di fritture e di dolci appena sfornati, stimola l’olfatto e fa dimenticare diete rigorose. La manifestazione viene inaugurata alle 21.00 con Edoardo Winspeare, famoso regista e con la partecipazione d’artisti a sorpresa. 

Ciascuno può scegliere il proprio percorso, si può partire dall’atrio dell’’imponente castello Risolo, di fresco restauro, per la Piazza del Popolo, dove alle ore 22.30 si segue il concerto di Francesca Romano Perrotta, brillante cantautrice: “ In genere Sogno”. Proseguendo la passeggiata, facendosi largo in una marea di gente e di venditori delle tipiche cose della festa, in Via Umberto I°, “Sutta le Capanne du Ripa, nell’incantevole scenario del portico, ecco le opere dell’artista Luigi De Giovanni. Svoltando per la Via G. Matteotti si assiste ad un insieme di mostre di pittura degli artisti: Domenico Baglivo, Laura Petracca, Luigia Pattocchio, Giovanni Perdicchia, Elena Sanapo, Andrea Di Palma per giungere alle pajare di Cesare Trande. Sempre in Via Matteotti “Salento 2 live” che si occupa di promozione del territorio e marcheting. Alle ore 20.00 in Via Roma inizio dell’esecuzione di murales. Nella villa Comunale dalle 21.00, per tutta la notte, ci sarà il Dj Elvix e gli altri di Radio Planet, sostenuti dai ballerini di Break Dance, che guideranno giovani e non, a ritmi sfrenati. L’apertura dello spazio Baby Parking, con giochi gonfiabili, nella Piazza Degli Artisti, darà luogo a divertimenti e risate. Sempre in Piazza Degli Artisti esibizione Free Style dei Microphone Killarz con Ziu Maricello DJ. Alle ore 23.30 il Free Style con Boom Da Bash nella Villa Comunale, sempre in questo giardino, si esibisce il gruppo Uduchà. 

Una maratona teatrale, con la compagnia ”Danny Rose” che mette in scena “Troppi Là In Alto”, trova spazio e grande pubblico nella Via Matteotti. I saltimbanchi Salentini animano la festa interpretando personaggi e stupiscono le persone con le loro prestazioni. Percussioni di tamburi e voci africane danno una nota d’esotico allo scorrere della festa. Un momento di riflessione e solidarietà è costituito dal quadrangolare di Beach Volley dove una raccolta spontanea d’offerte sarà destinata ad Emergency e alla Cooperativa Adelfia di Alessano. Educazione al rodeo, gioco di resistenza in groppa ad un toro finto, metterà alla prova le capacità acrobatiche degli aspiranti cow-boy. In piazza del Popolo alle 00.00 c’è l’esibizione del gruppo rock melodico Artemisia. In piazza san Giovanni alle 00.30 è l’ora della pizzica suonata dagli Indianosalentino e Artetnica. Un concerto rock e sound, alle ore 01.00, del gruppo irlandese Joulaurlo movimenta la folla di piazza del popolo con ritmi che tolgono il fiato. Nella stessa piazza gli Equ portano una nota di Sanremo. 

I concerti continuano e, nella Piazza Del Popolo alle ore 04.00, ecco Après La Classe con DJ set che aumenta il ritmo per sollecitare le persone che cominciano ad aver sonno e alle 05.30 ripropone le sue musiche. Alla Villa Comunale alle ore 04.30 il DJ Elvix aiuta ad arrivare all’alba. Per dare la scossa alle persone che hanno resistito, ci sono i Giovani Gruppi Musicali Emergenti in Piazza Del Popolo. Alle ore 06.00 sono finite le fatiche dei muralisti, quindi arriva la premiazione del Murales più rappresentativo, dal tema “Libera i tuoi sogni”, con il prof. Giuseppe Afrune e assegnazione, alle ore 06.30, del premio della lotteria con un’opera del suddetto Professore. Per chi ha resistito e vuole riprendere energia, alle ore 07.00, ci sarà la distribuzione di cornetti caldi e gadget. La festa finisce, le fatiche della notte insonne si fanno sentire, ma bisogna trovare un residuo d’energia per applicare le regole del buon cittadino con l’ora d’ecologia ripulendo la città di Specchia, che ha saputo offrire una notte bianca eccezionale. 

Ha chiuso il 28 agosto 2006 la mostra, organizzato “Il Raggio Verde” Lecce, “Profiles of his soul”, di pittura di Luigi De Giovanni, che si è tenuta “Sutta Le Capanne Du Ripa”, ” Via Umberto I°, 1 a Specchia. 

Lo spettacolare porticato ed il piccolo spazio di “Sutta La Capanna Du Ripa sono diventati, nei giorni della mostra, un luogo di ritrovo e di discussione. 

In mostra c’erano opere che descrivevano l’animo di De Giovanni e davano uno spaccato del suo vivere e del suo concepire il mondo. Un discorso portato avanti con una sensibilità che in alcune opere, soprattutto jeans, rasenta la drammaticità, come, per molti versi, drammatica è la vita attuale. 

L’estate volge alla fine, il ricordo di questa ci accompagnerà nelle stagioni prossime, già sentiamo i ritmi della prossima e pregustiamo i contenuti.
 
Fonte Notizia: Federica Murgia
 

2006-07-29

luigi de giovanni a cardigliano -specchia

DOMENICA ALL’INSEGNA DELL’ARTE A BORGO CARDIGLIANO






Pittura, musica, letteratura e quel tocco di inafferrabile magia che contrassegna Borgo Cardigliano, “Città del sole e del vento” nei pressi di Specchia. Sarà insomma una domenica sera d’eccezione, il 30 luglio, nel piccolo centro del Basso Salento restituito a nuova vita e consegnato alla cultura. Nell’ambito della mostra delle opere di Luigi De Giovanni, “Elios”, allestita nella Sala degli Ulivi fino al 5 agosto, la casa editrice “Il Raggio Verde” presenterà infatti a partire dalle 20.30 le sue “Locandine letterarie”, introdotte da Carmen De Stasio e Maurizio Nocera e recitate dall’attore Salvatore Della Villa.

Colonna sonora della serata la performance del pianista Gabriele De Carlo, nuovo, giovanissimo talento sfornato dal Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce sotto l’abile guida del maestro Carlo Scorrano e già vincitore di numerosi riconoscimenti. De Carlo eseguirà brani di Bach-Busoni (“Ciaccona”), di Chopin (“Mazurka op. 17 n.4”, “Ballata n.4”, “Notturno opus extra in Do diesis minore”), Liszt (“Parafrasi su Rigoletto”).

Scheda tecnica della mostra

Coniugare arte e territorio, l’uomo e l’artista alla propria terra d’origine.
E’ questo lo spirito di Elios, non una semplice mostra personale ma un tassello significativo
nella carriera artistica di Luigi De Giovanni che pur vivendo lontano dalla propria terra
continua con la sua arte a portare i colori del Salento nel mondo.

ELIOS
…il luogo e l’arte, la terra e l’artista in un’alchimia che proprio nella luce trova la sua essenza…

Un luogo da vita ad un artista e questi ne diventa l’espressione, l’humus loci di quel posto l’accompagna, gli suggerisce luci, colori, sentimenti, anima.
Elios è il titolo di questa mostra, perché il variare della luce è ciò che ricerca Luigi De Giovanni nelle sue opere, perché il sole è motore della vita, luce e ombra delle cose.
Il Salento è luce e Specchia, borgo che ha dato i natali all’artista, (Specla) è cumulo di pietre che riflettono la luce che lo colpisce e la riverbera sulle cose che in un istante si animano di vita in modo tale che l’artista possa fissarla nei quadri.
L’arte di De Giovanni è racconto concatenato di luce, luogo e colori.

Le opere in mostra, non necessariamente solo paesaggi, sono riconducibili al Salento, ma in esse, nella loro multiforme luce che palesa allo spettatore un luogo, spesso dell’animo, si avverte questa, da lui amatissima, terra.
Gli alberi, contorti dal tempo, degli ulivi, la terra rossa, i fiori, i colori, le luci dei dipinti raccontano di questa terra in un rimando costante che porta al tempo che passa e all’immutata natura.
Cardigliano è una piccola parte di Specchia ma ne è l’essenza concettuale, infatti, in esso si ritrovano tutte le antiche fatiche degli Specchiesi fissate in una struttura che, se pur riattata, conserva intatte le simbologie e gli elementi della vita contadina e della lavorazione del tabacco.
Oggi è un posto elegante, bello, razionalmente ristrutturato nel rispetto dell’esistente e dell’ambiente, adibito a vacanze, convegni e arte.
Le opere dell’artista, cantico alla natura, sono esposte nella “Sala degli Ulivi e il critico d’arte Toti Carpentieri ne dà un lettura che è proprio un riscoprire l’interiorità dell’artista legato al luogo. F. Murgia

2006-05-19

jeans luigi de giovanni a firenze

SPAZIO CULTURALE “MENTANA”
Via della Mosca, 5 (ang. Piazza Mentana) FIRENZE

VERNISSAGE: Sabato 27 maggio 2006 alle ore 18.30

JEANS

Personale di LUIGI DE GIOVANNI

Ho visto i "jeans" e la loro simbologia mi ha riportato ai periodi bollenti della contestazione e della mia, allora, giovanissima età... quando ero piena di sogni: anche io pensava di cambiare la società.
Oggi non riecheggia un "urlo nel buio" ma si avverte l'inquietudine, la sofferenza e la debolezza dell'uomo ormai ammutolito dagli eventi tragici che l'angosciano e dalla superficialità dell'essere.
Scorrono le immagini sulle opere, di De Giovanni, e si viene attratti dalla violenza dei segni e dei colori, i jeans raccontano di molotov, di bombe, di parole e pensieri di fuoco: sono il ricordo degli anni 60/70 e la vita di oggi.
Questi "jeans" sono un messaggio muto di protesta, forse inutile, in un mondo rimasto immutato.
L'artista avverte una società in disfacimento e la riporta su queste icone del passato e culto del presente.
Oggi sono più lisi, strappati, violentati, per apparire, perché l'essere ormai non è più un valore, non più indumento resistente al lavoro duro e alla lotta ma feticci di moda sempre più fatua e frivola.
I jeans di De Giovanni, con i loro simboli e i loro colori, protestano.
In essi si nota una simbologia che ricorda quelle degli anarchici, sia nei colori rossi e neri che nelle forme che li contengono. Non è un condividere questo movimento ma è un ricordare l'ideologia primordiale di libertà senza regole, forse non di giustizia. La linea nera, quasi circolare, che racchiude il fondo dei pantaloni incorniciati, sembra una provocazione un voler dire che si è ridotti a questo.
Trovare il fondo di qualcosa è essere alla fine, voler dimenticare, con atteggiamenti superficiali e irresponsabili, il baratro che ci si sta scavando intorno.
In questi jeans, ormai diventati vuota apparenza, si riscontra che guerre, fame, distruzione dell'ambiente trovano risposte solo in un consumismo insensato e distruttivo, nella violenza concreta o delle idee.
Oggi s'indossano jeans lisi, strappati costosissimi e si dimentica la gran valenza dell'essere: purtroppo non più una virtù.
Ecco l'apparire diventato status… modo d'essere nella società è in questi strappi, in questi brandelli sfilacciati, ora urlanti di colore e di dolore, che si riconosce la protesta di De Giovanni che sogna ancora un mondo più giusto e in pace.
I simboli, riconoscibili nelle opere e riconducibili al reale, parlano di violenze non viste, non udite perché le persone “civili” educate… progressiste potrebbero turbarsi, com'è, purtroppo, capitato dal '68 ad oggi.
I jeans di De Giovanni, questa volta, sbordano dalla cornice, posto rappresentativo se si vuole dare un significato, come trasbordante e inglobante era il movimento del '68: sogno infranto.
Sono jeans, quindi, in cornice, oggetto o concetto artistico da conservare, dove la gran valenza rivoluzionaria ha intrinseco significato di vuota utopia. Rivoluzione nella rivoluzione, sempre uguale nel tempo, segni circolari, colori di un'anarchia ancora militante, illusione vana, idee morte sul nascere sono i racconti che si leggono su questi jeans diventati arte.
Federica Murgia

La mostra si protrarrà sino al 18 giugno 2006

Orari: 16.30 - 19.30

SPAZIO CULTURALE MENTANA
VIA DELLA MOSCA, 5 (Angolo Piazza Mentana)
50122 FIRENZE
Tel. e Fax 055 211985

www.galleriamentana.it

E.mail: galleriamentana@galleriamentana.it

http://www.degiovanniluigi.com/

Anche Luigi De Giovanni a Firenze

 Firenze INDIVIDUAZIONE INTERNAZIONALE Rassegna di Arti visive contemporanee Il 24 febbraio alle ore 17.30 si è inaugurata, alla Galleria d’...