2011-09-25


Luigi De Giovanni - Specchia / Firenze
Spazio espositivo: Studio “Sutta Le Capanne Du Ripa”, Specchia (Lecce). Info: cell. 3292370646; tel. 0833 537034 - mail: lmfedeg@libero.it - sito web: www.degiovanniluigi.com.
Titolo: Tracks: tracce -
Data del vernissage: 7 al 20 ottobre 2011, tutti i giorni dalle 17.00 alle 20.00.
Data di chiusura:  20 ottobre 2011, tutti i giorni dalle 17.00 alle 20.00.
Abstract: Luigi De Giovanni - Specchia / Firenze
“Eventi organizzati in occasione della settima edizione della Giornata del Contemporaneo, promossa da AMACI.”
Il giorno 8 ottobre 2011: performance che dura tutta la giornata. Studio “Sutta Le Capanne Du Ripa”, Specchia (Lecce), nell’ambito della mostra “Tracks: tracce” che si potrà visitare dal 7 al 20 ottobre 2011.
In mostra ci sarà un’opera composta da più moduli. Ciascun modulo è traccia dell’intera opera. Durante la performance sul pavimento dello studio verrà messa una polvere chiara che, involontariamente, i partecipanti porteranno via sotto le suole delle scarpe. Le loro orme, nelle strade circostanti, diventeranno Tracks: tracce.
Orari di apertura: tutti i giorni dalle 17.00 alle 20.00 – Ingresso libero
Orario del vernissage: 07 ottobre ore 17.00
Curatori: Testo a cura di Francesca Paba - Allestimento a cura di Stefania Branca
Organizzata da: IL RAGGIO VERDE di Lecce - info@ilraggioverdesrl.it  
Artista: Luigi De Giovanni
In occasione della settima edizione della Giornata del Contemporaneo, promossa da AMACI Il giorno 8 ottobre 2011, performance presso lo Studio “Sutta Le Capanne Du Ripa”, Specchia (Lecce) e partecipazione con evento speciale alla “COLLETTIVA DEGLI ARTISTI DEL CENTRO CULTURALE”
Presso Spazio Culturale Mentana - Via della Mosca, 5 - 50122 - Firenze.
Dall'1 ottobre al 19 ottobre 2011.
Firenze, GALLERIA D'ARTE MENTANA
Piazza Mentana, 2/3 r,  Firenze T: 055 211985 - 335 1207156 F: 055 2697769   galleriamentana@galleriamentana.it   www.galleriamentana.it

Tracks: tracce – a cura di Francesca Paba
Con questa mostra l’artista vuole evidenziare l’importanza dei segni da lui lasciati sulla tela, metafora delle bianche tracce trasmesse involontariamente dal percorso delle persone. Con i primi prende forma un dipinto con i secondi la storia grande e piccola dell’uomo.
Tracce sono quelle di un pennello carico di colori. Esse descrivono la storia intima di Luigi, mostrando non solo la sua cultura ma anche quella dei suoi antenati che ne hanno plasmato il carattere. E’ l’artista che parla nel silenzio rivelando il suo conscio e il suo inconscio.
Le sue sono pennellate di sofferenze e di gioie. Sono tracce di sentimenti che danno luogo a spirituali viola, a verdi speranze, a rosse passioni e a neri pessimismi. I colori s’incontrano creando una poesia malinconica: racconto di Luigi De Giovanni.
L’opera in mostra vuole essere espressione di antichi luoghi che conservano o sono tracce del passato: testimonianze dell’umanità non sempre riconosciute e rispettate.
Tracks nei sogni, nella sensibilità di un animo che le dipinge, nei percorsi segnati da lontani tratturi di religiosità della vita. Traccia è un frammento di coccio, ancora testimone del tempo in cui era oggetto, ci dice del lavoro, della cultura: descrive la società a cui era appartenuto.
Venticinque sono i moduli che compongono l’unica opera in mostra e ciascuno, nei segni interrotti e nei colori, racconta l’intero: il particolare che riporta al tutto, al gesto che l’ha dipinto, all’istintività dell’attimo creativo, all’intento dell’artista. L’opera è una mappa che si rifà ai segni reali di un corpo, ad un viso segnato dagli eventi, alla spiritualità nascosta, all’humus che ha alimentato Luigi.
Ogni modulo è una traccia con significato proprio. Da questo si arriva alla performance che prende senso negli inconsapevoli tracciati dei visitatori, che indicano percorsi, che indicano storie. Orme che conducono a luoghi lontani e a più lunghi cammini spirituali, che si vorrebbero mantenere segreti.
Le persone lasciano e intrecciano fisiche tracce del loro passaggio, creano nelle strade pennellate della loro andatura, dapprima dal contorno nitido e ben definito che vanno via via a sfumare. Passi, soste che, più chiaramente, raccontano del gusto di lasciare una traccia come prova di sé e della propria storia.                          Francesca Paba





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