Luigi De
Giovanni - Specchia / Firenze
Spazio
espositivo: Studio “Sutta Le Capanne Du Ripa”, Specchia (Lecce). Info: cell.
3292370646; tel. 0833 537034 - mail: lmfedeg@libero.it - sito web:
www.degiovanniluigi.com.
Titolo: Tracks:
tracce -
Data del
vernissage: 7 al 20 ottobre 2011, tutti i giorni dalle 17.00 alle 20.00.
Data di
chiusura: 20 ottobre 2011, tutti i
giorni dalle 17.00 alle 20.00.
Abstract:
Luigi De Giovanni - Specchia / Firenze
“Eventi organizzati in occasione della settima
edizione della Giornata del Contemporaneo, promossa da AMACI.”
Il giorno
8 ottobre 2011: performance che dura tutta la giornata. Studio “Sutta Le
Capanne Du Ripa”, Specchia (Lecce), nell’ambito della mostra “Tracks: tracce”
che si potrà visitare dal 7 al 20 ottobre 2011.
In mostra
ci sarà un’opera composta da più moduli. Ciascun modulo è traccia dell’intera
opera. Durante la performance sul pavimento dello studio verrà messa una
polvere chiara che, involontariamente, i partecipanti porteranno via sotto le
suole delle scarpe. Le loro orme, nelle strade circostanti, diventeranno
Tracks: tracce.
Orari
di apertura: tutti i
giorni dalle 17.00 alle 20.00 – Ingresso libero
Orario del
vernissage: 07 ottobre ore 17.00
Curatori: Testo
a cura di Francesca Paba - Allestimento a cura di Stefania Branca
Artista: Luigi
De Giovanni
In occasione della settima edizione della Giornata del
Contemporaneo, promossa da AMACI Il giorno 8 ottobre 2011, performance
presso lo Studio “Sutta Le Capanne Du Ripa”, Specchia (Lecce) e partecipazione
con evento speciale alla
“COLLETTIVA DEGLI ARTISTI DEL CENTRO CULTURALE”
Presso
Spazio Culturale Mentana - Via della Mosca, 5 - 50122 - Firenze.
Dall'1
ottobre al 19 ottobre 2011.
Firenze,
GALLERIA D'ARTE MENTANA
Piazza
Mentana, 2/3 r, Firenze T: 055 211985 - 335 1207156 F: 055
2697769 galleriamentana@galleriamentana.it www.galleriamentana.it
Tracks:
tracce – a cura di
Francesca Paba
Con questa
mostra l’artista vuole evidenziare l’importanza dei segni da lui lasciati sulla
tela, metafora delle bianche tracce trasmesse involontariamente dal percorso
delle persone. Con i primi prende forma un dipinto con i secondi la storia
grande e piccola dell’uomo.
Tracce sono
quelle di un pennello carico di colori. Esse descrivono la storia intima di
Luigi, mostrando non solo la sua cultura ma anche quella dei suoi antenati che
ne hanno plasmato il carattere. E’ l’artista che parla nel silenzio rivelando
il suo conscio e il suo inconscio.
Le sue sono
pennellate di sofferenze e di gioie. Sono tracce di sentimenti che danno luogo
a spirituali viola, a verdi speranze, a rosse passioni e a neri pessimismi. I
colori s’incontrano creando una poesia malinconica: racconto di Luigi De
Giovanni.
L’opera in
mostra vuole essere espressione di antichi luoghi che conservano o sono tracce
del passato: testimonianze dell’umanità non sempre riconosciute e rispettate.
Tracks nei
sogni, nella sensibilità di un animo che le dipinge, nei percorsi segnati da
lontani tratturi di religiosità della vita. Traccia è un frammento di coccio,
ancora testimone del tempo in cui era oggetto, ci dice del lavoro, della
cultura: descrive la società a cui era appartenuto.
Venticinque
sono i moduli che compongono l’unica opera in mostra e ciascuno, nei segni
interrotti e nei colori, racconta l’intero: il particolare che riporta al
tutto, al gesto che l’ha dipinto, all’istintività dell’attimo creativo,
all’intento dell’artista. L’opera è una mappa che si rifà ai segni reali di un
corpo, ad un viso segnato dagli eventi, alla spiritualità nascosta, all’humus
che ha alimentato Luigi.
Ogni modulo
è una traccia con significato proprio. Da questo si arriva alla performance che
prende senso negli inconsapevoli tracciati dei visitatori, che indicano
percorsi, che indicano storie. Orme che conducono a luoghi lontani e a più
lunghi cammini spirituali, che si vorrebbero mantenere segreti.
Le persone
lasciano e intrecciano fisiche tracce del loro passaggio, creano nelle strade
pennellate della loro andatura, dapprima dal contorno nitido e ben definito che
vanno via via a sfumare. Passi, soste che, più chiaramente, raccontano del
gusto di lasciare una traccia come prova di sé e della propria storia.
Francesca Paba