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2020-05-11
ANDARE OLTRE IL PAESAGGIO
ANDARE OLTRE IL PAESAGGIO
Luigi De Giovanni
Il ritorno di un artista alla sua terra d’origine è una ricomposizione di un essere che, benché spesso lontano, trova, lì, il suo spirito, la sua interezza. E’ ciò che capita a Luigi De Giovanni ogniqualvolta fa ritorno nel suo Salento: a Specchia. Qui dipinge il paesaggio, accarezzandolo idealmente sulla tela, con pennellate che inseguono le asperità, i contorcimenti, le luci di un luogo mai dimenticato. Ripensa alla Sardegna, per lui terra dei misteri e d’ispirazione, per ritrovarsi in un gioco di memorie e di parallelismi cromatici che intersecano lo spirito.
Nelle opere di questo artista l’Io e l’Es si manifestano in segni e colori rubati alla natura e suggeriti dal genius loci.
Paesaggiooltrepaesaggio è il titolo del ciclo di mostre, che hanno preso il via il giorno 09 ottobre a Lecce, per proseguire a Lucugnano e a Specchia, che narrano il percorso di una ricerca continua, spirituale e stilistica, di essenze, anche inanimate, che caratterizzano i luoghi. Il titolo di questi eventi porta a porsi, nell’analisi delle sue opere, come ricercatori di significati, sia nei gesti che hanno originato le pennellate che nel concento dei colori, non sempre armonici. Le scudisciate veloci di pennello, i colpi intensi, che si fanno leggerissimi inseguendo il suo animo, si materializzano nell’interpretazione di paesaggi, dove le asprezze dell’enigmatica Sardegna si ritrovano nelle pietraie e negli antichi contorcimenti dei tronchi degli ulivi salentini. Nella mostra della bellissima Galleria Bernardini di Lecce è il paesaggio che racconta, mentre nella Casa Comi di Lucugnano, dove ancora si respira la cultura e il tempo passato, parlano i fiori, vita delle nature morte. Sono i fiori che declinano i tempi della vita. Le aspettative tradite di chi nato nella speranza di una gioia senza fine e si ritrova a fare i conti con il tramonto dell’esistere: la vecchiaia e la morte.
Nella piccola galleria Sutta Le Capanne Dellu Ripa c’è l’urlo dei jeans che, oltre il paesaggio, sono simbolo di sacrifici, ribellione: di un’epoca che ha cambiato i modi di pensare… i modi di vivere. I jeans sono paesaggi dell’animo che raccontano il lavoro ma evocano la contestazione sessantottina: dove si ode ancora l’urlo tumultuoso delle piazze in rivolta. Sono uno status simbolo di una società che finge d’averli usati e strappati indossandoli, solo, dopo averli artefattamente logorati.
Questo ciclo di esposizioni mettono in luce il mondo dell’artista che, partendo dal paesaggio del Salento, terra d’origine, dal paesaggio enigmatico della Sardegna, terra che lo ha accolto, nel suo peregrinare alla ricerca di una pace che poteva trovare solo in se stesso, indagando i fiori, nature morte che raccontano la vita, si sofferma sui jeans, indumenti che hanno significato una rivoluzione non solo di costume, presenta il suo modo d’intendere l’arte in tre mostre che vogliono essere percorso del suo animo, delle sue angosce, del suo modo di percepire la natura e la società. Federica Murgia
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