2011-10-20

Finissage Il giorno 20 ottobre chiude “TRACKS – TRACCE” la personale, con performance e installazione di Luigi De Giovanni


Finissage
Il giorno 20 ottobre chiude “TRACKS – TRACCE” la personale, con performance e installazione di Luigi De Giovanni, tenutasi nello Studio “Sutta Le Capanne Du Ripa”, Specchia (Lecce). Evento organizzato da: IL RAGGIO VERDE di Lecce, con testo a cura di Francesca Paba e allestimento a cura di Stefania Branca.
"TRACKS – TRACCE” volge al termine lasciando nelle moltissime persone, che si sono avvicinate per vedere e vivere la manifestazione, un bellissimo ricordo - traccia. La performance, che ha visto involontariamente coinvolti tutti i visitatori, vissuta dai primi, che vi si sono avventurati con cautela, con una certa preoccupazione, ha reso le persone consce che ovunque e comunque le tracce si prendono e si lasciano. Passare sul soffice gesso, messo all’uopo nello studio, lasciarvi sopra le impronte, uscire e portarsene appresso sotto la suola delle scarpe, è stata la dimostrazione semplice che le tracce, come il DNA, i reperti archeologici e storici, fanno parte del vivere.
Il formarsi prima di alcune macchie, poi di un denso alone bianco intorno allo studio, ha confermato l’intento dell’artista che ha così dimostrato che le tracce, come le pennellate in un dipinto, si mischiano e si confondono, solo con un’attenta lettura o indagine possono essere identificate e catalogate.
Nell’unica opera pittorica di De Giovanni, esposta in modo molto originale, i segni e i colori sono diventati descrizione del suo animo e del crogiuolo di tracce che gli hanno lasciato i suoi antenati nonché le culture da lui incrociate. La sua idea del mondo è quella di una traccia continua, dove il positivo e il negativo descrivono la vita: l’uomo. L’unica opera pittorica presente racconta, quindi, l’artista, la sua storia, la sua formazione, il suo IO: DNA della sua arte. I venticinque moduli intercambiabili e fissati provvisoriamente, come tutto è provvisorio nella vita, possono essere spostati. Un solo elemento invita a una lettura globale dell’opera che descrive lo spazio, il tempo e l’evoluzione: leggibili attraverso le tracce pittoriche.
L’installazione, realizzata nello spazio più elevato dello studio, è caratterizzata da uno strato di soffice polvere di gesso dove, per descrivere le tracce nello spazio, sono state sistemate levigate pietre provenienti dalla Sardegna accostate armonicamente a quelle più ruvide del salento e per descrivere il tempo sono stati usati dei cocci di diversi periodi e un'antica tegola in maiolica con il chiodo che serviva per fissarla. Tutta la manifestazione è stata caratterizzata da un dialogo continuo fra le opere e i visitatori che sono stati sempre accompagnati a cogliere l’idea dell’artista.
I possibili percorsi d’interpretazione che hanno portato a comprendere il significato del titolo, sono stati tre. Il primo ha riguardato la lettura dell’installazione che ha raccontato delle tracce nel tempo e nello spazio, il secondo è stato quello della partecipazione alla performance per coglierne il significato e il terzo è stato quello dell’analisi dell’opera, composta da venticinque moduli-traccia.  Federica Murgia

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