Finissage
Il giorno
20 ottobre chiude “TRACKS – TRACCE” la personale, con performance e
installazione di Luigi De Giovanni, tenutasi nello Studio “Sutta Le Capanne Du
Ripa”, Specchia (Lecce). Evento organizzato da: IL RAGGIO VERDE di Lecce, con testo
a cura di Francesca Paba e allestimento a cura di Stefania Branca.
"TRACKS
– TRACCE” volge al termine lasciando nelle moltissime persone, che si sono
avvicinate per vedere e vivere la manifestazione, un bellissimo ricordo -
traccia. La performance, che ha visto involontariamente coinvolti tutti i
visitatori, vissuta dai primi, che vi si sono avventurati con cautela, con una
certa preoccupazione, ha reso le persone consce che ovunque e comunque le
tracce si prendono e si lasciano. Passare sul soffice gesso, messo all’uopo
nello studio, lasciarvi sopra le impronte, uscire e portarsene appresso sotto
la suola delle scarpe, è stata la dimostrazione semplice che le tracce, come il
DNA, i reperti archeologici e storici, fanno parte del vivere.
Il
formarsi prima di alcune macchie, poi di un denso alone bianco intorno allo
studio, ha confermato l’intento dell’artista che ha così dimostrato che le
tracce, come le pennellate in un dipinto, si mischiano e si confondono, solo
con un’attenta lettura o indagine possono essere identificate e catalogate.
Nell’unica
opera pittorica di De Giovanni, esposta in modo molto originale, i segni e i
colori sono diventati descrizione del suo animo e del crogiuolo di tracce che
gli hanno lasciato i suoi antenati nonché le culture da lui incrociate. La sua
idea del mondo è quella di una traccia continua, dove il positivo e il negativo
descrivono la vita: l’uomo. L’unica opera pittorica presente racconta, quindi,
l’artista, la sua storia, la sua formazione, il suo IO: DNA della sua arte. I venticinque
moduli intercambiabili e fissati provvisoriamente, come tutto è provvisorio
nella vita, possono essere spostati. Un solo elemento invita a una lettura
globale dell’opera che descrive lo spazio, il tempo e l’evoluzione: leggibili
attraverso le tracce pittoriche.
L’installazione,
realizzata nello spazio più elevato dello studio, è caratterizzata da uno
strato di soffice polvere di gesso dove, per descrivere le tracce nello spazio,
sono state sistemate levigate pietre provenienti dalla Sardegna accostate
armonicamente a quelle più ruvide del salento e per descrivere il tempo sono
stati usati dei cocci di diversi periodi e un'antica tegola in maiolica con il
chiodo che serviva per fissarla. Tutta la manifestazione è stata caratterizzata
da un dialogo continuo fra le opere e i visitatori che sono stati sempre
accompagnati a cogliere l’idea dell’artista.
I possibili
percorsi d’interpretazione che hanno portato a comprendere il significato del
titolo, sono stati tre. Il primo ha riguardato la lettura dell’installazione
che ha raccontato delle tracce nel tempo e nello spazio, il secondo è stato
quello della partecipazione alla performance per coglierne il significato e il
terzo è stato quello dell’analisi dell’opera, composta da venticinque
moduli-traccia. Federica
Murgia
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