EX “ TEMPIO TEMPLARI” VIA TEMPIO, TRICASE
MOSTRA PERSONALE DI ADA SCUPOLA
“ EMOZIONI IN FUGA “
L’ ALLESTIMENTO È CURATO DALL’ ARCH. STEFANIA BRANCA
LA MOSTRA SARÀ INAUGURATA IL 26/05/2012 ALLE ORE 19.30
INTERVERRANNO: PROF.ssa FEDERICA MURGIA, PROF. LUIGI DI
MITRI, PROF.ssa GIOVANNA CALORA.
L’ARTISTA
ADA SCUPOLA
PER FESTEGGIARE I SUOI TRENT’ANNI DI CARRIERA, PRESENTA UNA
MOSTRA PERSONALE DAL TITOLO “EMOZIONI IN FUGA”, UNA RACCOLTA DI STUDI GRAFICI
LEGATI AL MISTERIOSO MONDO DEL SUO INCONSCIO, CHE LE PERMETTONO DI FUGGIRE DA
SITUAZIONI E LUOGHI E NEL CONTEMPO DI EVOCARE, ATTRAVERSO DEI SEGNI, I “
SOGNI”.
DAL 26/05 al 03/06/2012
http://www.murmurofart.com/testo-1.asp?Progr=12075
Emozioni in fuga
Stare dentro e pensare al fuori,
andare via con i pensieri per cercare i sogni, è questo che ha fatto Ada
Scupola, è fuggita lontano in una nuova dimensione ed ha cercato se stessa, le
sue fantasie, i suoi turbamenti e i suoi desideri.
Il Collegio dei Docenti, luogo
dove hanno preso forma queste opere, è diventato fucina delle sue idee, facendo
volare farfalle in fuga da POF, Carta dei Servizi, grandi problematiche di
alunni.
L’artista, prestata alla scuola,
ha riempito fogli di linee in libertà che si chiudono e si aprono seguendo il
suo umore, seguendo il ritmo dei discorsi del Collegio e gli infervoramenti di
Docenti, spesso, scontenti.
La sua mano si è mossa guidata
dal mistero dell’inconscio e ha tracciato racconti, che sono il palesarsi di
domande non fatte, di risposte non esaustive, di sensibilità non rispettate, di
desideri interiori.
Linee emozionali che parlano di
psichedelici treti, colmi di semi di vita, che si tingono dei viola rosati,
ricordo di corolle caduche. Esse originano forme antiche, che seguono le curve
di madre in amorevoli rotondità, sono protesta per denunciare la vanità vuota e
la superficialità dell’uomo del nostro tempo che dimentica lo spirito. Nei
fogli di vita scolastica, riciclati, si materializzano, la voglia di cambiare e
di liberare l’impulso creativo, tenuto prigioniero nelle regole e nei
condizionamenti, per dar forma alle idee e, anche, alla religiosità fondamento
della vita. Tracce ideali sono balzi che si elevano per superare gli steccati
che impediscono la realizzazione piena dell’Io, ma sono, pure, pretesto e metafora
di sogni che in un guizzo sfuggono ai lacci e i lacciuoli che li tengono a
freno. Ada si avvia per i paesaggi della fantasia ritrovando i porti sicuri dei
vessilli dei castelli dell’infanzia, fugge dal materialismo dell’oggi per
cercare la profondità dello spirito di un animo bambino. Principesse
dell’arcobaleno, nel riflesso dei colori caldi di un tramonto incipiente, fanno
i loro giochi mentre i raggi di luce diventano lance sinistre.
Le preghiere di una Madre Teresa
in estasi non riescono a fermare le ragnatele luminescenti che incrociano i
loro fili in “trappole di vita”, intessendo conflitti che si materializzano
armati. L’Io dell’artista si è liberato in futuriste volute spiraliformi che
richiamano l’oriente. Ha tracciato profili di palazzi che seguendo le onde, si
sono illuminati, in luci dorate e argentate, dal brillio dei riflessi del sole
e della luna: caldi ed esplosivi i diurni e freddi, malinconici, romantici i
notturni. E’ così che al primo istintivo impulso del disegno, l’artista, ha
fatto seguire un intervento riflettuto, di colorazione delle campiture
delimitate dal segno delle linee.
Scontornare i fogli bruciando il
superfluo è un voler fare un falò catartico che nel concento del crepitio del
fuoco apre a nuove poetiche. Sinfonie di colori, paesaggi acquatici smeraldini
s’incupiscono della grigia solitudine mentre un anatide galleggia in un
dondolio dei silenzi della rappresentazione di un mondo perduto.
La vita continua nel segno sicuro
del grembo di madre che nei numeri che s’intravvedono, oltre il foro bruciato
in un foglio che parla di scuola, vede il domani. Un abbraccio avvolgente di
casa, di famiglia, è un porto sicuro per poter esorcizzare un domani temuto.
Con queste opere insolite e dai brillanti colori, l’artista
ha voluto parlarci del suo mondo nascosto, dei suoi sogni ma ha, anche, voluto
descrivere la vuotezza di una società che non sa più riconoscere la poesia dei
sentimenti e dell’amore.
Federica
Murgia
Specchia 06 novembre ’11
Specchia 06 novembre ’11
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