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2021-05-13

“e il naufragar m'è dolce in questo mare” mostra personale itinerante di Luigi De Giovanni










“e il naufragar m'è dolce in questo mare
mostra personale itinerante di Luigi De Giovanni
Scuderie, Palazzo Gallone – TRICASE (Lecce)
Inaugurazione: 18 dicembre 2016 alle ore 18:00
Dal 18 dicembre 2016 al 6 gennaio 2017


Luogo: Tricase (Lecce), Palazzo Gallone, Scuderie
Data: dal 18 dicembre 2016 al 6 gennaio 2017
Patrocinio: Comune di Tricase
Curatore: Antonietta Fulvio
Organizzazione: Assessorato alla Cultura del Comune di Tricase
in collaborazione con Il Raggio Verde edizioni e associazione “e20Cult”
Orario: tutti i giorni dalle ore 18 alle 21 con ingresso libero

Ritorna a Tricase, nelle Scuderie di Palazzo Gallone, dal 18 dicembre 2016 al 6 gennaio 2017, l’artista Luigi de Giovanni presentando il corpus di opere dedicato alle marine salentine e racchiuse nel progetto artistico, “e il naufragar m’è dolce in questo mare”, prendendo in prestito dal grande poeta Giacomo Leopardi l’ultimo verso de “L’Infinito”. Una mostra itinerante partita proprio da Tricase nel 2014, con il patrocinio del Comune di Tricase in collaborazione con Il Raggio Verde edizioni e l’associazione “e20Cult”.
Una mostra fortemente voluta dall’assessore Sergio Fracasso perché “Con il segno e i colori Luigi De Giovanni ha ‘dipinto’ le nostre coste puntando l’attenzione sulla salvaguardia dell’ambiente e sulla valorizzazione dell’immenso patrimonio naturalistico salentino. Una mostra, dunque, che rientra perfettamente in tema di sostenibilità ed ecologia che sono al centro della nostra attività culturale.” 
Un omaggio al mare, e alla natura, nel solco di un percorso personale dell’artista che continua la sua ricerca nel segno della ri-scoperta del paesaggio. E ha continuato a dipingere la luce e i luoghi, rigorosamente en plein air, costruendo un itinerario pittorico che ha attraversato i comuni che gravitano nell’area del Parco Naturale Regionale “Costa Otranto S.M. di Leuca - Bosco di Tricase”: Alessano, Andrano, Castrignano del Capo, Castro, Corsano, Diso, Gagliano del Capo, Ortelle, Otranto, Santa Cesarea Terme, Tiggiano e Tricase. Costa dopo costa, l’artista ha tracciato un percorso che è materia e colore, segno e memoria. Perché l’arte sia uno strumento di valorizzazione e di promozione dei luoghi e di un ritorno ai luoghi per un approccio più autentico con la Natura. La mostra, è un percorso ricco di fascino e di storia e conclude l’omaggio dedicato alle marine salentine partendo dalla punta del tacco, Santa Maria di Leuca, fino a risalire la bellissima costa adriatica e giungere ad Otranto che con il suo faro, la Punta Palascia, è l’estremo più orientale d’Italia.
In mostra, dunque, - spiega la giornalista Antonietta Fulvio - scorci di luoghi incantevoli da angolature insolite, quasi frugando tra chiome di alberi che lasciano intravedere il mare percorrendo una strada che porta a Leuca, o il Ciolo nascosto tra i rami della macchia mediterranea capace di stordire con i suoi profumi, e ancora le misteriose Grotte Cipolliane, che si aprono lungo l’omonimo sentiero che percorre la litoranea che da Otranto arriva a Santa Maria di Leuca, la bella Finis Terrae e dove, probabilmente, il poeta Virgilio immaginò il primo approdo di Enea in Italia.
Instancabile ha percorso e si addentrato nei boschi per scoprire inquadrature di una bellezza mozzafiato che ha trasferito sulle sue tele a colpi di spatola calibrando luce e colori come nel dipinto che ritrae la muta sentinella di Torre di Miggiano vista da Marina Serra. In questo itinerario non poteva mancare l’omaggio a Tricase Porto dopo l’isola alle coste spumeggianti di Castro e di Otranto  e alla marina di Andrano vista da un vecchio tratturo che porta al mare dove perdere lo sguardo e ritrovarsi.

Cenni biografici
Nato a Specchia dove ha un proprio Atelier, Luigi De Giovanni vive ed opera tra il Salento e Cagliari. Diplomatosi all'Istituto d'Arte di Poggiardo e diplomatosi all'Accademia di Belle Arti di Roma, Luigi De Giovanni ha all’attivo una lunga carriera artistica che lo ha visto tenere mostre in tutto il mondo: New York, Tokyo, Parigi, Bruxelles, Madrid, Siviglia, Cannes oltre che nelle principali città italiane, da Milano a Roma, Firenze, Pisa, Ferrara, Lecce; Brindisi.
















2021-05-11

IL PREMIO “ DALLE DONNE A…2008” E’ STATO ASSEGNATO A LUIGI DE GIOVANNI

 IL PREMIO “ DALLE DONNE A…2008” E’ STATO ASSEGNATO A LUIGI DE GIOVANNI



Il Premio “ Dalle donne a…2008” E’ stato  assegnato a Luigi De Giovanni

Specchia 24 agosto 2008

Il giorno 24 agosto   il premio, istituito dall’Assessorato Alle Pari Opportunità e Dal Centro  Donne Ilaria Alpi, “Dalle donne a…2008” è stato assegnato a Luigi De Giovanni.

E’ un riconoscimento ad un artista, schivo e meditativo, che trova il genius loci della sua terra: luogo amato e ispirazione di tantissime sue opere.

La serata, organizzata  dal Centro Donne in collaborazione con il teatro Solatia, ha preso l’avvio nella Piazza Del Popolo di Specchia.

La grande lampada emette la luce  ad occhio di bue ed illumina i particolari architettonici che caratterizzano lo spazio, dove tutto è pronto per la rappresentazione teatrale di “Quante vite…”: spettacolo la cui sceneggiatura e regia è di Rosaria Ricchiuto.

M’incanto a seguire il cono di luce circolare, interrotto, quando lo skyline della piazza si fa più irregolare, sino ad ottenere suggestive prospettive che frantumano il cerchio che diviene spesso ovale. Viene illuminata una pianta di capperi, solo per noi in posizione instabile. E’ cresciuta prepotentemente più in alto della del portone del Castello Risolo ed è abbarbicata con le radici alla ricerca della sua vita. E’ proprio al dissopra dello stemma del casato, quasi a volerne fare parte integrante. La luce cambia direzione, la cornice seguo con gli occhi curiosi, sino a che e non si sofferma sul balconcino che mi sta  dirimpetto esaltandone la forma e i colori. Si sposta ancore fino a colpire due finestre ovali: occhi di una casa. Si, quella casa sa di faccia di bimbo, che si offre alla vita, fiducioso: ma quante vite si possono cogliere in quella porzione di spazio delimitata dalla luce?

Tante vite… che anche lì hanno dimorato e vi si sono succedute per generazioni lasciando le impronte: spirito vitale.

La luce si dirige verso Sutta Le Capanne du Ripa è come se cercasse qualcuno, forse Luigi De Giovanni, assente in quel momento in quanto intento a cogliere momenti di vita di una piazza gremita.

C’è una certa animazione in prossimità del palco. Intravedo l’Assessore alle pari Opportunità Dottoressa Carolina Giorno, l’Assessore Alle Politiche Giovanili Dottoressa Maria Bruno ed il Sindaco Onorevole Antonio Lia. Non sono lì solo per lo spettacolo, questo si capisce quando prende la parola la dottoressa Giorno che annuncia che il premio annuale  “Dalle donne a… 2008” quest’anno è andato al Maestro Luigi De Giovanni “artista che pur essendo lontano fisicamente è rimasto sempre legato alla sua terra che fa rivivere con i suoi quadri.”.

Un calorosissimo applauso della piazza gremita  accoglie questa comunicazione: anche in questo c’è l’assenso dei concittadini che hanno gradito questa decisione.   

Si nota l’agitazione dell’impreparato e sorpreso pittore che rimane ammutolito più di quanto abitualmente lo sia. 

Lui parla con i colori con i quali descrive i climi del suo mondo interiore e lo spirito  della sua terra che lo pervade inglobandolo. Parla con i fiori dai colori del mattino, con i paesaggi che manifestano la spiritualità ancestrale, con l’urlo muto dei jeans che sanno di pop o con opere polimateriche che parlano di scenografie del vivere.

Trovare le parole gli è stato difficile, ma riesce a ringraziare, con il cuore gonfio di gioia che gli rompe la voce prima bassa poi più sicura. E’ lì davanti a tutti disarmato, in quanto privo di tele e pennelli suoi strumenti di comunicazione, ma riesce a  ringraziare e a ricordare, anche, l’impegno del Sindaco Onorevole Antonio Lia che spesso prendeva l’aereo per poter essere presente all’inaugurazione delle sue mostre.

Sicuramente si è sorpreso d’aver parlato, seppur brevemente, quindi grato saluta e riceve gli applausi.

I pantaloni corti, la sua macchina fotografica e i capelli arruffati potrebbero apparire fuori luogo se non fosse per la sorpresa che gli si è voluta fare.

Specchia Agosto 2008                              Federica Murgia




2021-05-10

Percorsi di un artista: “Luigi De Giovanni”

 Percorsi di un artista: “Luigi De Giovanni”



Luigi a malapena si reggeva sulle sue gambette. Aveva da poco compiuto un anno ed oltre a gattonare cercava tutti gli appigli per camminare o conquistare la posizione eretta.   La madre, come spesso le capitava, era intenta a disegnare i decori per delle tovaglie; perciò aveva messo in giro matite colorate, tempere ed acquerelli. Sentì bussare e si alzò, erano alcune ragazze che seguivano i suoi corsi di taglio. Si mise a parlare con loro perdendo, solo per poco tempo, di vista il figlioletto. In quel momento Luigi, dopo tanti sforzi e capitomboli, riuscì a rizzarsi in piedi sulla coperta celeste. Senza esitare mise le sue manine, cicciotelle, in quell’oggetto poggiato sul tavolino che tanto l’aveva incuriosito negli ultimi dieci minuti. Era fatta: le sue manine erano diventate blu, rosse, verdi e gialle. Stava per perdere l’equilibrio: piegò le gambe si curvò in avanti ma la forza di gravità vinse e atterrò sulla coperta, colorando qua e là.  Si guardò le manine e cominciò a batterle, il risultato fu di un dripping involontario. Gli piacque. La madre Santa era troppo intenta a parlare di girovita, fianchi, pence, e pieghe con le sue ospiti ed il bambino era così tranquillo che lei pensò che si fosse appisolato.  Luigi era sveglissimo e di nuovo ondeggiando ed aggrappandosi alla sedia era in piedi e tastava con le manine sul tavolo alla ricerca della tavolozza. Ecco le sue mani erano ben impregnate ma aveva nuovamente perso l’equilibrio e si risedette bruscamente sulla coperta. Le mani erano ben cariche di colore e cominciò con i gocciolamenti e le striature su tutto quello che era alla sua portata. Non pago mise le mani in bocca ma con una smorfia di disgusto le allontanò subito. Passò ai capelli biondo chiaro e l’effetto fu meraviglioso. Tutto gli appariva magico sino a quando la madre non si voltò facendosi scappare un urlo disperato spaventando il piccolo artista che pianse a lungo. A pochi anni Luigi sottraeva furtivamente i colori alla madre, quando lei dipingeva sui tessuti e li lasciava incustoditi anche per brevi momenti. Colorava tutto, era come se non volesse accettare il monocromo. Colorava maglie, tovaglie, tovaglioli, lenzuola, coperte… perché risparmiare i muri! I pennelli, spesso, non gli bastavano. Per le sue originali creazioni, allora, usava le mani. I suoi occhi grandi, di un blu intenso, si contornavano di rosso, giallo, verde, come pure i suoi indumenti. La madre osservandolo pensò che sarebbe stato meglio aiutarlo nelle sue inclinazioni perciò sin dai primi anni di scuola gli insegnò ad usare i colori: pastelli, tempere ed acquerelli. Questo bimbo aveva trovato la sua felicità: era un pittore. Le sue doti artistiche suscitarono l’interesse degli insegnanti nella scuola elementare, che gli facevano colorare la maggior parte dei disegni. Non tutto era semplice però, in quanto Luigi voleva fare a modo suo e non sentiva i consigli dei maestri. Questo gli procurò non poche punizioni. Quando aveva sette anni morì il padre e questo lasciò la sua famiglia nella disperazione più nera. Frequentò le elementari fra Specchia e Roma, dove vivevano i nonni materni. Intorno agli undici anni fu mandato in collegio dai Buoni Fanciulli, nella borgata di Primavalle a Roma, riservato ai ragazzini che avevano situazioni molto precarie. Fu un disastro. Qui, infatti, decisero di farlo diventare un tipografo. Furono guai! La sua passione continuò ad essere la pittura anche se, non sempre gli era permesso di praticarla come lui avrebbe voluto. L’adolescenza fu difficile. Luigi era diventato molto introverso e timido; mal sopportava i metodi del collegio. Sino allora era cresciuto con poche regole, grandi privazioni e molta fame. Dopo quattro anni fece ritorno al suo paese. A sedici anni, mentre frequentava l’Istituto d’Arte a Poggiardo, fece la prima mostra. Presentò opere che erano un’interpretazione di paesaggi dell’animo, piuttosto informali, con incursioni nelle nature morte e nella figura. Fu un successo che ancora oggi, al suo paese, ricordano in molti. Si diplomò, specializzandosi in Scultura del Legno. Nel frattempo era diventato un animo anticonformista e contestatore: i fermenti del sessantotto e degli anni settanta lo coinvolsero totalmente. Le ragazze del paese, sue coetanee, raccontano di come attendevano l’arrivo di Luigi chiamato affettuosamente Gino capellone. Molte si erano invaghite del suo fascino di pittore ribelle e senza regole. In generale amava la musica del periodo ma era un gran fan dei Beatles e di Joan Beaz. Le sue opere, antiaccademiche, cominciarono ad essere apprezzate da molti. A vent’anni s’iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Roma dove si diplomò in scenografia. L’immagine che lo descrive, sia come artista che come uomo, è quella di uno che per i suoi ideali è salito e sale sulle barricate per difendere i suoi principi e le sue teorie.                                Federica Murgia








2021-02-25

Luigi De Giovanni partecipa a "Finestra sull'Arte"

Home - De Giovanni Luigi pittore contemporaneo - Creazioni d'arte - Cagliari


Luigi De Giovanni partecipa a "Finestre sull’Arte" 
Gruppo "Mentana in Florence" in mostra 
27 febbraio - 15 marzo 2021
GALLERIA D’ARTE MENTANA 
Via della Mosca, 5r - Firenze
Tel: 055 211984/3351207156
Email: galleriamentana@galleriamentana.it www.galleriamentana.it 
 Una mostra dedicata ad artisti di rilievo internazionale in permanenza presso il nostro spazio in Firenze. 
Undici artisti selezionati per un viaggio espositivo nella particolarità di ciascun singolo mondo. Le opere in mostra esprimono la variegata ricchezza dello scenario dell’arte contemporanea attuale. 
Uno speciale ringraziamento agli artisti che hanno scelto la storica Galleria Mentana come punto di riferimento per la loro affermazione nel panorama internazionale delle arti visive. 
Christian Tschierske 
Luigi De Giovanni 
Pablo Serrano 
Audrey Traini 
Eva Breitfuß 
Alejandro Fernandez 
Pier Tancredi De-Coll' 
Ursula Radel 
Camilla Vavik-Pedersen 
Salvatore Magazzini 
Bianca Vivarelli 
GALLERIA D’ARTE MENTANA
Via della Mosca, 5r - Firenze
Tel: 055 211984/3351207156
Email: galleriamentana@galleriamentana.it www.galleriamentana.it


 


2020-12-06

Vivere l'arte


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#giornatadelcontemporaneo 2020 promossa da AMACI 
Luigi De Giovanni 
Sabato 5 dicembre 2020

In questo periodo, che sa d’angoscia e dolore a causa della pandemia Covid 19, il mondo dell’arte si è ritrovato ad avere gravi difficoltà non solo in ambito nazionale e si è dovuto reinventare per proporre eventi cresciuti negli anni. Così anche la sedicesima edizione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, che si terrà sabato 5 dicembre 2020, sarà caratterizzata da un modello online e offline consentendo alle istituzioni pubbliche o private, alle gallerie, agli artisti o alle realtà che promuovono l'arte contemporanea di mettersi in mostra. Luigi De Giovanni, aderendo alla sedicesima edizione, ha voluto fare un percorso che mettesse in mostra il suo mondo fatto di colore e segno, armonia e speranza, caos e angoscia. Per questo ha scelto una selezione di opere riguardanti il suo percorso pittorico partendo dai paesaggi che interpretano le stagioni per immergersi poi nei fiori recisi che dalla massima fioritura con l’esplosione della vitalità ci portano ai toni più grevi che annunciano il tramonto dell’esistere. Nel percorso non mancano le angosce e la ribellione interpretate dai jeans, poi si arriva alle marine e al mare che con la sua voce caratterizza i suoni del video. Nelle opere, presentate per la Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI, i colori digradano e sfumano o s’incupiscono sino far vivere il racconto pittorico. Le pennellate impetuose che danno espressività e significato lasciano intravvedere tocchi grevi scaturiti dalla malinconia che viene superata da note di luce che danno speranza.  Giochi di colore che raccontano la vita e i suoi periodi, le preoccupazioni ma soprattutto l’artista con il suo amore infinito per la pittura per lui gioia pura.  
                                        di  Federica Murgia

2020-04-05

ANNO DOMINI

ANNO DOMINI – DE GIOVANNI LUIGI

Anno domini. Fuga… dalla metafisica di Antonietta Fulvio




Anno zero. Anno Domini. Comunque lo si voglia chiamare, l’inizio della cronologia coincidente con la nascita di Gesù Cristo segna un passaggio epocale. Spartiacque tra vecchio e nuovo, fu l’inizio del crollo della Roma imperiale che non riuscì gestire il cambiamento sociale derivante dalla diffusione del Cristianesimo. Sulla scia di queste riflessioni sulla Storia, e su alcune tra le pagine più importanti del Nuovo Testamento, nel suo atelier a Specchia, Luigi De Giovanni si sofferma a parlare mentre lentamente la tela bianca sul suo cavalletto si riempie di segni... simboli, caratteri...colori.
Appena un mese fa ha concluso una personale inaugurata per la Giornata del Contemporaneo dal titolo Tracce. Era partito da un’indagine sull’evoluzione di oggetti radicalmente modificati dal progresso tecnologico e usati, attraverso anche il recupero della memoria contadina, come pretesto per riflettere sulla società. Il passato e il presente. Ma al centro sempre e solo l’uomo, comunque artefice del proprio destino ma anche strettamente legato agli altri, perché l’uomo animale sociale non può vivere da solo. Ed è in relazione agli altri che l’uomo scopre le proprie capacità come i propri limiti e nel suo personale cammino lascia sempre qualche traccia dietro di sé. Tracce che vengono da un mondo interiore dove trova spazio il proprio credo spirituale e umano. Questo l’assunto di partenza di un nuovo ciclo di lavori, dedicati al tema della Natività.
“Non si può non ricordare il Natale tralasciando il martirio, la morte, il motivo per cui Dio inviò suo Figlio sulla terra. La sua nascita è legata alla rinascita, alla vittoria sulla morte grazie alla Resurrezione, icona di libertà dal peccato. La figura di Pilato è emblematica come la frase che pronunciò presentando il Cristo flagellato - Ecce homo disse - pensando che aver ridotto il Nazareno ad una maschera grondante di sangue fosse bastato ai farisei. Pilato avrebbe avuto il potere di cambiare il corso degli eventi ma non lo fece. Non riuscì a gestire il potere e, purtroppo anche se con formule diverse, la storia si ripete continuamente. Il Natale mi porta ad una riflessione sul ruolo del cristianesimo, sulla Crocifissione che è inscindibile dalla Natività e sul senso dell’esistenza in generale.”
La natività è da sempre un tema molto frequentato nell’arte che vanta capolavori assoluti: dalla rappresentazione affrescata da Giotto nella Cappella Scrovegni di Padova, alla tela di Lorenzo Lotto, ad esempio, che dipinse la devozione della Sacra famiglia inserendo in un angolo buio della grotta proprio il crocifisso. Alla Natività, purtroppo persa, del Caravaggio che dipinse una Vergine, donna e madre ancora prostrata dalla fatica del parto mentre guarda il suo Divino Bambino: in quella posa che non ha nulla di santo è racchiusa tutta la santità dell’evento ma anche l’inevitabile senso del dolore, di quel presagio di morte che è scritto anche nel destino del figlio di Dio.
Sovrapposta alla precedente festività pagana del Sol Invictus, o a quella Ebraica detta Hanukkah, entrambe celebrate il 25 dicembre, la nascita di Gesù Bambino è la festa che celebra il miracolo della vita, l’unico che vede protagonisti anche noi poveri mortali; ma Cristo nasce per un miracolo ancora più grande, la Resurrezione che implica il sacrificio, il dolore, la morte.
“La vita è un insieme di emozioni e sensazioni contrastanti. É amore e disperazione, gioia e dolore, ma anche lotta e tensione verso la felicità. E’ quel che io chiamo il problema delle 24 ore.” E dal destino di dolore che Cristo trae la sua forza, ecco perché l’artista non sceglie di rappresentare il momento della nascita ma il simbolo del sacrificio, passaggio obbligato e scritto dall’Onnipotente perché quella frattura tra Dio e l’Uomo potesse essere colmata.
Come per la personale Tracce, l’artista sceglie di realizzare accanto ad alcune tele una composizione risultante dall’ assemblaggio di dodici moduli - 12 i mesi dell’anno, 12 gli apostoli - un enorme quadrato dove la tradizionale rappresentazione della Natività lascia il posto ad una composizione nuova, provocatoria. Al centro della tela una grande croce, rossa. E poi la frase Ecce Homo, le sigle SPQR, INRI che campeggiano in lungo e largo sulla tela, sovrapponendosi in alcuni punti, richiamando inevitabilmente l’attenzione sui loro significati reconditi. Il colore rosso sembra zampillare come stille di sangue, l’idea del sacrificio è intrinseca nella forma stessa della croce, affiancata da due scale: la scala di Nicodemo diventa per l’artista simbolo dello status sociale: “l’evento religioso della Crocifissione si insinua nella Storia, ne diventa parte integrante la persecuzione del Cristianesimo per la Roma imperiale fu un grande errore politico, l’inizio della fine... i Romani avevano già sconfitto altri popoli in precedenza inglobando la loro cultura; si pensi ad esempio a Cartagine, ma con Israele le cose andarono diversamente”.
D’altra parte un sistema schiavista quale era l’impero avrebbe mai potuto accettare la religione che riteneva tutti gli uomini uguali? che gli ultimi sarebbero stati i primi? che bisognava amare il prossimo come se stessi?
“L’uomo per natura è egoista e, nonostante siano passati tre millenni, senza contare i precedenti, pensa solo al proprio benessere, fa niente se per raggiungerlo deve schiacciare gli altri. Non è un caso che il pesce, simbolo di Cristo nell’iconografia cristiana, sia raffigurato in una forma ben lontana dalla stilizzazione classica perché nella sua grossezza ho voluto rappresentare la falsa ambizione di essere detentori della conoscenza. Da questo punto di vista siamo ancora nelle caverne, il nostro sguardo è dentro la grotta, non fuori. Le paure ancestrali che ci portiamo dentro sono sempre in agguato, la paura del buio come della solitudine, della sofferenza, della morte opprimono il nostro esistere e rendono sempre più problematiche le nostre 24 ore”.
Il blu, colore spirituale per eccellenza, predomina nelle tele dove elementi simbolici come le scale rappresentano una società che continua a vivere in precario equilibrio tra croci che non sono grondanti di sangue ma, bianche o azzurre, rappresentano l’uomo con gli insoluti interrogativi di sempre, quelli che fecero nascere nell’antica Grecia la filosofia.... interrogativi come croci sparse nello spazio pittorico che diventa metafora del mondo, del tempo che viviamo. Il segno sempre più incisivo e materico definisce volumi che si sovrappongono sul piano in un rincorrersi di linee curve e spezzate quasi ad evocare il percorso difficile e tortuoso che è la vita per ogni singolo individuo e, per esteso, della comunità intera. I colori intensi, quasi violenti, diventano espressione dei sentimenti, delle passioni, delle sensazioni che affollano la mente e il cuore dell’uomo di tutti i tempi.
Lo sguardo che l’artista prima rivolgeva ai luoghi dello spazio sono sempre più introiettati al proprio sentire, all’io che cerca di farsi strada tra il groviglio di pensieri che la vita stessa scatena. Ogni tanto qualche giallo/lampo di luce suggerisce il legittimo interrogativo ma una via di fuga esiste?
“É la metafisica, il sogno. - La risposta decisa dell’artista- É nella spiritualità che l’uomo ritrova il coraggio e la determinazione per affrontare i propri demoni, di vivere la propria esistenza riscoprendo la consapevolezza che la forza della rinascita è la libertà del pensiero. Come insegna il messaggio evangelico la libertà nasce dalla sofferenza, dal dolore.”
L’allestimento, curato dall’architetto Stefania Branca, affianca alla modulazione pittorica un’installazione così come accaduto nelle recenti personali tenutesi nell’atelier che, da luogo di ideazione e realizzazione dell’opera, si fa anche spazio interattivo con il pubblico. In virtù di un percorso che continua, tracce di gesso renderanno bianca la pavimentazione dove tra santini e rosari, icone di fede, ognuno potrà almeno per un momento riflettere sul significato più autentico del Natale. Un Natale lontano dalla festa consumistica, e non solo per il clima di recessione, ma perché traccia di una spiritualità ritrovata.










2019-11-13

PERCORSI DI INDIVIDUAZIONI - GALLERIA D’ARTE MENTANA DI FIRENZE

PERCORSI DI INDIVIDUAZIONI - GALLERIA D’ARTE MENTANA DI FIRENZEGalleria d’Arte Mentana di Firenze


Presenta


Percorsi di Individuazioni 

Rassegna di Arti visive.


 Opening: 16 novembre 2019 ore 18.00 


Artisti:


Camilla Vavik Pedersen, Carmen Cecilia Rusu, Audrey Traini, Gianni Mucè, Abbey Ryan, Luigi De Giovanni


Percorsi di Individuazioni è una rassegna che celebra l’incontro fra artisti di varia nazionalità che nella galleria Mentana hanno trovato uno staff che accogliendoli li propone al pubblico in Italia e all’estero. In questa esposizione c’è un incontro di mondi e di percorsi stilistici e formali che caratterizzano il fare arte di Camilla Vavik Pedersen, Carmen Cecilia Rusu, Audrey Traini, Gianni Mucè, Abbey Ryan, Luigi De Giovanni. Artisti che portando avanti intimi pensieri, idee, sensazioni e tecniche danno luogo al loro mondo pittorico. In questa esposizione troviamo un’indagine che, partendo dal concetto spazio - tempo, si avventura nelle sfaccettature della natura fatta di paesaggi, nature morte e climi per ritrovarsi nel mondo della fantasia o nelle problematiche dei percorsi dell’uomo fino ad attraversare introspezioni e simbolismi che guidando alla conoscenza e alla religiosità. Quella religiosità che è nell’essenza delle opere di questi artisti che con i colori, pennellata dopo pennellata, hanno dato senso e poesia ai loro lavori. Significati profondi e da scoprire opera dopo opera per avere chiara l’idea dei punti di vista che hanno preso forma grazie all’estro e alla sensibilità di artisti, capaci di trasmettere il mondo della bellezza e delle contraddizioni dell’uomo, sempre alla ricerca di quei valori che danno senso alla vita. 

La mostra si protrarrà fino al 4 dicembre 

Orari:

 11:00 - 13:00 / 16:30 - 19:00 

domenica e Lunedì mattina chiuso

Galleria D’Arte Mentana

Via della Mosca, 5r – 50122 Firenze

Info:

055211985

galleriamentana@galleriamentana.it


www.galleriamentana.it






2018-10-16

IL SILENZIO DELLA SOLITUDINE DI LUIGI DE GIOVANNI

IL SILENZIO DELLA SOLITUDINE DI LUIGI DE GIOVANNI


Evento organizzato in occasione della 14 Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI   
Il silenzio della solitudine di Luigi De Giovanni
A cura di: Federica Murgia - e20cult - Sutta Le Capanne du Ripa
Sutta le Capanne du Ripa Piazza del Popolo 21A e Studio 22 Piazza del Popolo 22 Specchia Lecce
Apertura Mostra: 
 13/10/2018 ore 10:00 

L’evento è organizzato in occasione della  14 giornata del contemporaneo promossa da AMACI

e20cult - Sutta Le Capanne du Ripa

13 /25 ottobre 2018
Allestimento: Architetto Stefania Branca
Il silenzio della solitudine porta l’artista a riannodare i fili dei suoi pensieri per ancorarli nella memoria e farli riemergere nel momento creativo in climi che raccontano dialoghi interiori: angosce esistenziali o ricerca di sprazzi di aspettative che necessitano d’essere fissate per uscire dai tormenti. Grovigli di sensazioni s’incrociano in racconti che trovano le linee conduttrici in garze che, ricoprendo antichi intrecci di canapa o fili del ricordo, suturano le ferite del tempo che ha deluso i sogni. Per l’artista la ricerca dell’Io si fa urgente in pennellate e segni che vogliono ammantare lo smarrimento creato dagli eventi. Così i fogli si riempiono di filati e colori: di storie che sgorgano accavallandosi e saldandosi precipitosamente sino trovare la conclusione in una catarsi che porta Luigi De Giovanni a sprofondare nei meandri dei suoi turbamenti per ritrovarsi in sensazioni di pacato rasserenamento e di sottile gioia di vivere. I racconti si librano e i fogli prendono vita su stenditoi che attraversano lo spazio seguendo il ritmo di una brezza di speranza che va oltre il tempo per dare, finalmente, voce al silenzio della solitudine. 
Attività collaterali
Alle ore 18:30 Reading poetico–letterario, degli autori de “Il Raggio Verde Edizioni, sul tema della solitudine. 
Per informazioni







2018-03-02

OTTOMARZO 2018

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GALLERIA D'ARTE MENTANA FIRENZE

Piazza Mentana 2/3r - 50122(Fi)  Tel. +39.055.211984

www.galleriamentana.it - galleriamentana@galleriamentana.it



OTTOMARZO 2018

OPENING: Giovedì 8 Marzo 2018 ore 18:00

La mostra sarà visitabile fino alle ore 13:00 del 20 Marzo 2018



Questa esposizione è un viaggio nello specifico mondo delle donne artiste,

un mondo pieno di aspetti magici  che ci raccontano l'amore con il quale

narrano il loro vivere  quotidiano in parallelo con la loro ricerca artistica.

Questa mostra è motivo di grande interesse culturale poiché si leggono

attraverso le opere le loro sensibilità ,valori artistici e professionalità.

Un sincero augurio e grazie di essere presenti.

Art Director, Giovanna Laura Adreani



Artiste in Mostra:



LUCREZIA ANTENUCCI

ADRIANA ZAMPIERI CALADRINO

FRANCESCA COLI

BEATRICE COPPI

IDA COPPINI

ANNIE GHERI

LEDA GIANNONI

FRANCESCA GUETTA

MARGARET KARAPETIAN

JULIE REDIVO

LUISA  MEDAS

PAOLA  NERI

GLORIA PALLOTTA

MONSE PLA

CAMILLA VAVIK  PEDERSEN

PATRIZIA PEPÈ

ADRIANA SPATUZZA

AUDREY TRAINI

RAFFAELLA VERGOLINI

BIANCA VIVARELLI



ORARI

Dalle 11:00 alle 13:00 / dalle 16:30 alle 19:30


Anche Luigi De Giovanni a Firenze

 Firenze INDIVIDUAZIONE INTERNAZIONALE Rassegna di Arti visive contemporanee Il 24 febbraio alle ore 17.30 si è inaugurata, alla Galleria d’...